Ad ANU, il Museo del popolo ebraico di Tel Aviv, l’ala culinaria Foodish è particolarmente frequentata e apprezzata dagli israeliani che hanno lasciato il sud del Paese per i massacri e le devastazioni di Hamas. Shalom ha chiesto alla curatrice Merav Oren di spiegarne i contenuti.
Perché Foodish?
Nella vita ebraica il cibo ha una storia millenaria e avvincente da raccontare: quando i cuochi presentano i loro piatti, emergono elementi sempre particolari affascinanti della cultura, delle tecniche, degli ingredienti e di specifiche apparecchiature che devono essere utilizzate. Ogni ricetta è un autentico viaggio che riallaccia tradizioni elegami perduti e ritrovati, destini condivisi e, naturalmente, frammenti significativi dell’ebraismo.
La cucina ebraica, proprio come il popolo ebraico, è un bellissimo e colorato mosaico composto da centinaia di gusti e tecniche diverse e variegate. Ci sono ricette che hanno fatto il giro del mondo, attingendo da ingredienti e sapori in ogni nuovo territorio, sfruttando nuovi metodi e gusti per ogni piatto, pur mantenendo la loro essenza principale. I requisiti kasher, l’osservanza dello Shabbat, le feste e il succedersi delle stagioni del calendario ebraico sono il patrimonio collettivo che è divento un denominatore comune nelle cucine delle comunità ebraiche di tutto il mondo. Foodish lascia che il cibo racconti la nostra storia condivisa e lo usa per attingere a nuove connessioni.
Quali sono le attività di Foodish?
Ospitiamo eventi dal vivo tra cui conferenze, workshop, festival, tour culinari, presentazioni di libri, riunioni familiari. Il nostro sito web si arricchisce quotidianamente, è composto da un magazine online ricco di articoli e rubriche che presentano storie molto eterogenee tra loro, dai piatti sull’orlo dell’estinzione alle nuove iniziative culinarie e alle tradizioni consolidate. Abbiamo poi una community unica che accoglie chiunque desideri pubblicare o contribuire con una ricetta o una storia di cibo familiare e comunitario permettendoci così di arricchire il database alimentare ebraico del museo. La community è importante perché garantisce la freschezza e la genuinità dei contenuti, con l’intenzione di ‘influenzare’ le generazioni future e di proporsi come una risorsa accessibile a tutti. Nell’ambito dei programmi educativi del museo, che raggiungono centinaia di migliaia di giovani in tutto il mondo, promuoviamo la connessione tra il cibo e l’identità ebraica in Israele e nella diaspora.
Chi sono i membri più noti del comitato consultivo di Foodish?
Joan Nathan, considerata la decana della cucina ebraica in America, è autrice di 11 libri di cucina pluripremiati. Collabora con il New York Times e il Tablet Magazine.Il suo cibo ebraico preferito è il pletzlach, panini polacchi salati con semi di papavero e cipolle. Claudia Roden è una prolifica scrittrice e ricercatrice gastronomica, autrice di oltre 20 libri di cucina. Nata al Cairo, dove i nonni erano emigrati da Aleppo e Istanbul, si è trasferita con la famiglia a Londra per studiare arte, è stata nominata Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico nel 2022 per i servizi resi alla cultura alimentare. Ruth Reichl è stata caporedattrice di Gourmet Magazine dal 1999 al 2009 sta attualmente lavorando a un film documentario, Food People, diretto da Laura Gabbert.
E per l’Italia?
Silvia Nacamulli è nota nel circuito internazionale del cibo e della cucina, cresciuta a Roma, il suo cibo ebraico preferito sono i Carciofi alla Giudia. Hamos Guetta è nato a Tripoli, in Libia, e vive a Roma. Sul suo popolare canale YouTube, Hamos ospita oltre un migliaio di video sul cibo e storie di cibo in italiano, ebraico, arabo e inglese. Il suo cibo ebraico preferito è il chraime.