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    ISRAELE

    “Loro oggi non possono testimoniare”: la campagna di denuncia sugli ostaggi e il rifiuto delle aziende olandesi di pubblicarla

    “Loro oggi non possono testimoniare”. Ecco una risposta alle vergognose accuse di genocidio dirette ad Israele prima dell’udienza alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia. Questo volevano essere i manifesti della campagna dell’Autorità israeliana per la diplomazia pubblica che dovevano essere affissi oggi per denunciare il doppiopesismo e il drammatico silenzio sugli ostaggi israeliani ancora nelle mani dei terroristi di Hamas. “Lui oggi non può testimoniare” c’è scritto sotto la fotografia del piccolo Kfir Bibas, ancora prigioniero di assassini e massacratori a Gaza. E così ancora sotto le immagini di Naama Levi e Noa Argamani, giovani donne rapite, anche loro “non possono testimoniare”.

    Ma al grido ideale di denuncia degli ostaggi le aziende olandesi hanno voluto mettere il bavaglio. Le oltre 10 società pubblicitarie contattate si sono rifiutate di realizzare la campagna. Una, che sembrava aver accettato, solo all’ultimo minuto ha annullato l’accordo.

    “I tentativi di mettere a tacere le voci degli ostaggi riceveranno una risposta ad alta voce. Anche davanti al tribunale dell’Aia c’è chi sceglie in modo aggressivo e oltraggioso una campagna di informazione su centinaia di cartelloni pubblicitari in tutti i Paesi Bassi, compresa l’Aia. La verità prevarrà e lo Stato di Israele continuerà a difendere la giustizia del suo cammino e a dire la verità al mondo intero. Stiamo conducendo una campagna di informazione internazionale senza precedenti. Non potranno metterci a tacere”. Ha detto il capo della Direzione nazionale della diplomazia pubblica Moshik Aviv.

    Moriah Shalom, amministratore delegato dell’agenzia pubblicitaria governativa ha dichiarato: “Il rifiuto degli editori è un grave affronto alla libertà di espressione e al diritto di Israele di parlare ad alta voce contro il terrorismo di cui sono vittime i suoi cittadini. Si tratta di un grossolano tentativo di mettere a tacere le voci degli ostaggi israeliani rapiti durante l’attacco terroristico omicida di Hamas. Il loro diritto ad essere ascoltati è fuori ogni dubbio”.

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