Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ISRAELE

    Mia e Ohad, ex ostaggi di Hamas, ricominciano a vivere

    Il ritorno alla vita nonostante il dolore è qualcosa che caratterizza da sempre la storia del popolo ebraico. Ed è ciò che gradualmente sta accadendo agli ex ostaggi rapiti il 7 ottobre e portati nella Striscia di Gaza. Nonostante i terribili giorni vissuti in prigionia, due di loro, di recente hanno ripreso in mano la loro vita, tornando a gioire come solo il popolo d’Israele sa fare. Si tratta di Mia e Ohad, due israeliani dalla storia differente ma uniti da un destino simile: la voglia di tornare a vivere e a sorridere.
    Mia Schem, presa in ostaggio da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre dell’anno scorso e rilasciata dopo 50 giorni di prigionia, si è fidanzata ufficialmente giovedì, annunciando la notizia in un post su Instagram. La ventiduenne sposerà il ventiquattrenne Yinon Hasson. Secondo il quotidiano Israel Hayom, Hasson è un amico d’infanzia di Schem. I due sono diventati una coppia quando lei è tornata dalla prigionia. La proposta di matrimonio ha avuto luogo a Cesarea. La notizia è stata celebrata nei commenti al post di Schem. Israeliani e utenti da tutto il mondo si sono uniti alla gioia e alle celebrazioni della futura famiglia Hasson. Una pizzeria ha offerto pizze gratis per il suo futuro addio al nubilato e la cantante Mendel Wonder ha promesso che canterà al suo matrimonio.
    Anche il piccolo Ohad Munder, a soli dieci anni è tornato, con tanta fatica, alla sua vita e alle sue passioni. “Non sarò mai più lo stesso bambino di prima. Non vado più a scuola così tanto, ma piano piano sto riprendendo la mia quotidianità” ha raccontato recentemente durante un’intervista rilasciata al notiziario israeliano Ynet. Ora Ohad ha ripreso a giocare a pallone, il suo hobby preferito. Tre generazioni della famiglia Munder sono state rapite dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre dell’anno scorso: Avraham e Ruti, residenti del kibbutz, insieme alla figlia Keren e al figlio Ohad , venuti da Kfar Saba per la festa di Sukkot. Il fratello di Keren, Roi, è stato assassinato quel giorno. Ruti, Keren e Ohad sono stati rilasciati un anno fa nell’ambito dell’accordo di liberazione degli ostaggi, mentre Avraham, 79 anni, è rimasto a Gaza. Ad agosto, il suo corpo è stato scoperto in un tunnel a Khan Younis, recuperato e riportato in Israele, dove è stato sepolto nel kibbutz.
    “Abbiamo festeggiato il giorno del nostro ritorno: è un giorno che non dimenticherò mai. Sono tornato dalla prigionia, l’esperienza più orribile della mia vita”, ha continuato Ohad, che riflettendo sull’anno trascorso, ha aggiunto: “Quest’anno è stato incredibilmente complesso”. Ohad ha trascorso il suo nono compleanno il 23 ottobre 2023, nelle mani di Hamas, un giorno in cui molti israeliani hanno fatto volare palloncini in tutto il Paese in suo onore. Keren, sua madre, ha raccontato che, anche dopo essere tornata da Gaza con suo figlio, trovare momenti di pace è stato difficile. “Sentivo il bisogno di portare colore e luce nella nostra casa, quindi abbiamo deciso di ristrutturarla. Era qualcosa a cui aggrapparci durante quei giorni difficili in attesa di mio padre”. Una casa nuova in cui Ohad ha ricominciato a vivere e in cui ha riscoperto la sua passione per il calcio, cercando di tornare alla sua vita come un bambino qualsiasi.

    CONDIVIDI SU: