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    ITALIA

    Molinari: “Ecco cosa avrei detto a Napoli. Quando la storia accelera bisogna mettersi a studiare”

    Oggi Maurizio Molinari lo ha scritto nel suo editoriale, parlando del tema che avrebbe voluto condividere con gli studenti venerdì scorso all’Università Federico II di Napoli. Ma il convegno, dove il direttore di Repubblica avrebbe parlato anche del ruolo della cultura nel Mediterraneo conteso, è saltato a causa delle contestazioni degli studenti, che hanno impedito con slogan come “fuori i sionisti dell’Università”, lo svolgersi dell’evento.

    Un episodio preoccupante stigmatizzato dal capo dello Stato, dalle forze politiche e dagli esponenti delle comunità ebraiche italiane, che hanno condannato quanto accaduto. “Quel che è da bandire dalle Università è l’intolleranza, perché con l’Università è incompatibile chi pretende di imporre le proprie idee impedendo che possa manifestarle chi la pensa diversamente” ha detto Mattarella dopo aver chiamato Molinari per esprimere la sua solidarietà.

    “Le parole che all’Università di Napoli non hanno voluto ascoltare” è il titolo dell’editoriale oggi su Repubblica, in cui il direttore espone la sua lezione e spiega come “la sfida fra grandi potenze che si svolge nel nostro mare non è solo strategica ed economica ma investe i valori, che possono unire ma minacciano anche di lacerare”.

    Dopo la spiegazione della contesa nel Mediterraneo tra gli aspiranti alla leadership globale, ai retroscena e all’interpretazione dello scenario attuale “che rischia, ogni singolo giorno, di mettere a repentaglio prosperità e sicurezza del nostro Paese e dell’intera Unione Europea, facendo circolare fra noi anche i veleni più pericolosi”  Molinari afferma: “Non c’è luogo più cruciale delle Università per tentare di comprendere così tante novità che affollano il nostro mondo, perché quando la Storia accelera mettendo a dura prova la nostra conoscenza il primo imperativo è mettersi a studiare”. Una lezione che, dopo i fatti all’Ateneo di Napoli, è per gli studenti ancor più preziosa.

    Il link all’editoriale di Maurizio Molinari oggi su La Repubblica

     

     

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