
A pochi giorni dagli attacchi coordinati di Stati Uniti e Israele contro i principali siti nucleari iraniani, la valutazione dei risultati sembra essere ancora controversa. Il portavoce dell’IDF, il generale Effi Defrin, ha dichiarato mercoledì che Israele ha raggiunto “tutti gli obiettivi operativi” nella lotta contro l’Iran, affermando che il programma nucleare iraniano è stato “significativamente danneggiato e ritardato di anni”. Tuttavia, ha aggiunto che “è ancora troppo presto per valutare pienamente l’impatto dell’operazione”.
Parole simili sono state pronunciate dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, intervenuto da L’Aia in occasione del vertice NATO. “C’è stata un’annientamento totale”, ha detto Trump ai giornalisti, sostenendo che i siti nucleari iraniani siano stati “completamente distrutti” e che Teheran sia stata riportata “indietro di decenni”.
Le dichiarazioni ufficiali cozzano però con le prime analisi di intelligence, in particolare quella della Defense Intelligence Agency (DIA), che in un documento interno trapelato alla stampa americana, sostiene che gli attacchi abbiano sì causato danni, ma abbiano solo ritardato il programma nucleare iraniano di pochi mesi. Il documento contraddice in particolare le dichiarazioni pubbliche del Presidente Trump e del Segretario alla Difesa Pete Hegseth, secondo cui il programma sarebbe stato “completamente eliminato”. Le rivelazioni hanno scatenato una reazione furiosa da parte dell’amministrazione americana. Il portavoce della Casa Bianca ha confermato l’esistenza del documento, ma ha precisato che l’amministrazione “non ne condivide le conclusioni”. L’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha definito la fuga di notizie “un atto traditore” e ha chiesto un’indagine per identificare i responsabili. Il Segretario di Stato Marco Rubio, anch’egli a L’Aia, ha difeso l’operazione parlando di “danni significativi e sostanziali” e sottolineando che “l’Iran oggi è molto più lontano dal dotarsi di un’arma nucleare rispetto a prima dell’intervento”.
Nuove immagini satellitari diffuse da Maxar Technologies mostrano danni significativi ai siti nucleari di Natanz, Fordow e Isfahan, ma anche una realtà più complessa. A Fordow, struttura sotterranea altamente fortificata, si osservano crateri nei pressi degli accessi principali e la distruzione di edifici di supporto, ma la struttura sembra essere ancora operativa secondo fonti israeliane e statunitensi. A Isfahan, i tunnel di accesso sono stati colpiti direttamente. Tuttavia, Bloomberg riporta che gli Stati Uniti hanno evitato volutamente di colpire tre piccoli reattori di ricerca contenenti circa 900 grammi di uranio arricchito a livello militare. A Natanz, le immagini satellitari mostrano due crateri principali, già riempiti di terra.