
Le autorità municipali di Istanbul hanno deciso di cancellare il concerto che Robbie Williams avrebbe dovuto tenere il 7 ottobre all’Ataköy Marina, citando motivi di sicurezza e la crescente pressione online sul cantante legata alle sue presunte simpatie pro-Israele.
Secondo il Jerusalem Post, la reazione sui social media – in particolare le accuse che Williams fosse “sionista” – sarebbe alla base della decisione. Queste accuse sarebbero state alimentate dal fatto che la moglie dell’artista, Ayda Field, sia nata in Turchia e sia ebrea. L’organizzazione del concerto ha fatto sapere che il rischio legato alla sicurezza è diventato troppo grande, vista la portata della controversia. Le autorità locali hanno ricevuto forti sollecitazioni da parte di attivisti e utenti dei social media a cancellare l’evento, considerando Williams “contaminato” dalle tensioni politiche in corso.
Williams aveva scelto Istanbul come tappa finale del suo tour Britpop, che in molti casi era già stato associato con la sua presa di posizione personale: in passato, l’artista aveva dichiarato di star crescendo i suoi figli secondo la religione ebraica, in quanto figli di madre ebrea, mostrando un tatuaggio con la parola ebraica “Simchà” (gioia). La cancellazione del concerto ha scatenato un dibattito su libertà artistica, impegni di celebrità in questioni politiche e il confine tra proteste legittime e timori per la sicurezza, in un clima internazionale molto sensibile rispetto alle relazioni tra arte, identità e posizione politica. Robbie Williams ha tenuto diversi concerti in Israele, l’ultimo nel maggio 2023. Durante la conferenza stampa a Tel Aviv, l’artista aveva raccontato le sue impressioni sul Paese: “di solito capisco molto di un luogo già dall’ingresso in aeroporto – aveva detto in quell’occasione Williams – Qui ho visto grandi sorrisi, accoglienza, gentilezza e tanta gratitudine negli occhi delle persone”.