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    Mondo

    USA, auto bruciate e scritte “Morte all’IDF”: attacco antisemita contro la famiglia di un soldato israeliano

    Tre automobili sono state date alle fiamme e scritte antisemite sono comparse sull’asfalto davanti all’abitazione di una famiglia ebraica a St. Louis, Missouri. L’attacco, avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì nel quartiere residenziale di Clayton, è ora al centro di un’indagine per crimine d’odio da parte della polizia locale in coordinamento con l’FBI.
    Secondo le prime ricostruzioni, l’atto intimidatorio sarebbe legato al servizio militare di un membro della famiglia nell’IDF (le Forze di Difesa israeliane), recentemente rientrato negli Stati Uniti. Tra le scritte lasciate dai vandali è apparsa la frase “Death to the IDF”, accompagnata da minacce esplicite rivolte a uno dei residenti.
    L’episodio ha suscitato profonda indignazione all’interno della comunità ebraica locale e da parte delle autorità federali e cittadine. Diverse organizzazioni ebraiche hanno denunciato l’episodio come l’ennesimo segnale della crescente radicalizzazione dell’antisemitismo negli Stati Uniti. “Questo non è semplice vandalismo, ma un atto di odio mirato, il risultato della crescente legittimazione dell’antisemitismo”, ha dichiarato Danny Cohn, presidente della Jewish Federation di St. Louis. “Quando slogan antiebraici e anti-Israele restano impuniti, si trasformano in violenza concreta contro la nostra comunità”.
    Parole forti anche da parte di Jordan Kadosh, responsabile locale dell’Anti-Defamation League (ADL): “Quando qualcuno dice ‘Globalize the Intifada’, questo è ciò che intende: auto bruciate in un quartiere residenziale americano. Vogliono portare la loro lotta contro gli ebrei ovunque. Ma non ci faremo intimidire. Siamo ebrei americani. Siamo qui per restare e continueremo a far sentire la nostra voce”.
    L’Ambasciata d’Israele a Washington ha seguito da vicino il caso, che è stato formalmente segnalato alle autorità statunitensi. In una dichiarazione congiunta, sei organizzazioni ebraiche di St. Louis — tra cui ADL, AJC, JCRC, Jewish Federation e il Museo dell’Olocausto locale — hanno parlato di “un atto di intimidazione che dimostra cosa accade quando l’odio contro Israele e contro gli ebrei viene sdoganato pubblicamente”.
    La sindaca di Clayton, Bridget McAndrew, ha condannato l’attacco definendolo “un atto offensivo e violento”, ribadendo che la città “non tollererà mai intimidazioni basate su religione, etnia o ideologia”. Sulla vicenda è intervenuto anche Leo Terrell, presidente della Task Force del Dipartimento di Giustizia per la Lotta all’Antisemitismo: “Sono in contatto con l’FBI, con la famiglia colpita e con la Procura. Chi commette crimini d’odio contro gli ebrei verrà identificato e perseguito a norma di legge”.
    L’episodio arriva a poche ore dalla pubblicazione del nuovo report dell’FBI sui crimini d’odio registrati nel 2024: oltre 11.600 casi in tutto il Paese, circa il 25% dei quali motivati da pregiudizi religiosi. La maggioranza delle vittime, ancora una volta, sono state persone di fede ebraica.

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