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    Addio a Ida Nudel: un’eroina simbolo dell’ebraismo sovietico

    Ida Nudel è stata una grande figura femminile, esempio di resistenza e attivismo ebraico, e si è spenta martedì, in Israele all’età di 90 anni. Conosciuta come “Angelo Custode”, soprannome guadagnato grazie al suo lavoro umanitario, a favore dei prigionieri sionisti detenuti in Unione Sovietica, Nudel si è trasferita in Israele nel 1987 dopo una battaglia durata 16 anni contro le autorità sovietiche per raggiungere lo Stato Ebraico – di cui quattro anni di prigionia in Siberia. Una lunga guerra, che ha vinto anche grazie l’intervento di molte figure internazionali, tra cui l’attrice statunitense Jane Fonda.

     

    Nata nel 1931, Nudel cercò per la prima volta di trasferirsi in Israele dopo aver sentito nel 1970 di un tentativo da parte di un gruppo di refusenik di dirottare un aereo per fuggire dall’Unione Sovietica. Chiese dunque un visto di uscita che venne però rifiutato dalle autorità sovietiche.

    La sorella Elena, il cognato e il figlio ottennero il visto nel 1972. Lo stesso anno Nudel organizzò uno sciopero della fame presso l’ufficio centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica per protestare contro l’arresto di un altro ebreo rifiutato: Vladimir Markman. Si è guadagnò l’appellativo di: “Angelo Custode” con la sua campagna per fornire aiuti umanitari e sostegno a coloro che vennero denominati “i Prigionieri di Sion”, ovvero tutte le persone arrestate in Unione Sovietica per attività sioniste. 

     

    Nel 1987 le fu concesso un visto di uscita, e il 15 ottobre arrivò in Israele, dove fu accolta dall’allora primo ministro Yitzhak Shamir, dal ministro degli esteri Shimon Peres, da sua sorella e da migliaia di israeliani. Si stabilì a Karmei Yosef e poi a Rehovot. Una volta arrivata in Israele, Nudel fondò l’organizzazione no profit “Mother to Mother”, un progetto volto a fornire attività di doposcuola e inserimento a figli di immigrati russi.

    Nudel è rimasta un’attivista per tutta la sua vita, nelle questioni relative ai diritti e alla politica. Nel 2005 presentò una petizione all’Alta Corte di Giustizia chiedendo di costringere, l’allora primo ministro Ariel Sharon, a usare qualsiasi mezzo per salvare la vita di 15 collaboratori palestinesi che stavano affrontando condanne a morte nelle carceri dell’Autorità Palestinese. Si espresse anche contro il ritiro unilaterale pianificato di Sharon nella Striscia di Gaza.

     

    Piangendo per la sua scomparsa, il presidente Isaac Herzog ha ricordato quanto suo padre, l’ex presidente Chaim Herzog, fosse commosso nell’incontrare Nudel quando arrivò per la prima volta in Israele. “È importante ricordare e commemorare le storie “dei Prigionieri di Sion” che con spirito e coraggio hanno cambiato il mondo. Possa la sua memoria essere una benedizione”, ha scritto Herzog su Twitter. Anche il primo ministro Naftali Bennett ha reso omaggio a Nudel, definendola “un esempio di eroismo ebraico per tutti noi”.

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