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SPECIALE PESACH 5784

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    NEWS

    Io sono importante

    Stiamo vivendo un periodo storicamente difficile. Si stenta a credere che tutto quello che sta succedendo in Erez Israel sia la realtà. Vorremmo tutti svegliarci e pensare di aver fatto un incubo. Sapere che non ci hanno fatto tanto male, che non abbiamo assistito a tale orrore. Era il giorno più sacro della settimana, era uno dei giorni più importanti dell’anno. La sera avremmo ballato con la Torah. Il nemico conosceva bene l’importanza della ricorrenza. Per non parlare del fatto, che oggi come ieri, non c’è nulla di nuovo sotto al sole. Dall’accusa di deicidio, oggi accusano noi, di genocidio. Chi tace, chi non prende una pozione per tutelarci, o spende una parola in nostra difesa. Si sta pavimentando uno scenario inquietante. Oggi, salda del mio ottimismo ebraico, vorrei sensibilizzare il lettore e lanciare un messaggio.

    La Torah insegna che l’individuo è importante, a tal punto, che ogni atto, pensiero, parola hanno influenza e vengono registrati. Non siamo ognuno un granello di polvere nella massa dell’umanità, è un pensiero ateistico che non ci appartiene.

    L’uomo, con la polvere della terra, è stato creato ad immagine e somiglianza divina. Ha in sé, come il Maestro dei poteri, il potenziale per distruggere o salvare il mondo. Può influenzare i mondi che si elevano al di sopra, con una catena ininterrotta di reazioni, che emanano ripercussioni. È importante che riflettiamo su ogni nostro gesto, su ogni nostra intenzione, celata dietro le nostre azioni. Il mondo spirituale dipende da quello materiale, ciò va al di là di quello che noi possiamo percepire. Ed il valore dell’uomo va oltre la sua posizione sociale, occupazione, in ambito economico o politico.

    Lo Zohar parashat Tzav cap 9, 71 “Una persona deve sempre considerare come se tutto il mondo dipendesse da lui”.

    Il Senza Fine è onnipotente, è Eterno. Difficile da immaginare: l’esistenza del mondo dipende dall’uomo, essere terreno, essere finito, colui che ha il potenziale di ascendere più dell’angelo, che è fermo nella sua posizione. Bisogna riconoscere il proprio posto in questo mondo e la propria funzione. Ogni ebreo può compiere adesso, qualcosa che solo lui può attuare. Bisogna riconoscere non solo le proprie potenzialità, ma anche proprie attitudini e prendersi sul serio. Ciascuno deve avere l’ambizione di compiere gesti, con l’idea che possono fare la differenza, per noi stessi, per il nostro popolo. La passività non rientra nella nostra natura. La nostra fede ci vuole sempre attivi, coinvolti in un sano movimento: mettere in pratica i precetti, pregare con l’intenzione, intenti nell’istruire i nostri figli secondo i valori ebraici; siamo il loro esempio e non c’è migliore forma di educazione del buon esempio, che sicuramente sarà imitato. Un popolo unito, un cuore solo: è questo che Hashem vuole vedere, che i suoi figli siano pronti ad aiutare il prossimo in qualsiasi parte del mondo si trovi, che i fratelli vivano in pace e che non esista discordia tra loro; che ci mobilitiamo per assisterci e supportarci materialmente ed emotivamente. Così provocheremo la Sua soddisfazione e Lo renderemo felice dei nostri atti, affinché si possa ripercuotere positivamente sul creato questo ottimismo. Se tu sorridi, il Creatore sorride.

    Albert Einstein sosteneva “Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ricevere quella realtà. Non c’è altra via…”

    Alla domanda su quale fosse la cosa più importante? Re David nel Tehillim 73 verso 28 ci insegna: La cosa più importante è la vicinanza al Creatore, è la cosa migliore che esista. Inizia con le parole “vaani kirvat Heloim” ho cara la vicinanza a Dio. Mostra il desiderio profondo di dare il massimo per avvicinarsi a Lui. Solo avvicinandoci a Lui, attraverso la hemunà (fede) e la bitachon (fiducia), possiamo riuscire a progredire e rafforzarci quotidianamente a vicenda, nonostante le sfide e le minacce. Affinché ciascuno di noi colga la sua importanza come individuo e come parte del popolo eletto. Siamo il popolo scelto, am segulà, siamo la primizia di Kadosh Baruch. La Torah è stata data ad Israele. Allora togliamoci il cappello e indossiamo la corona! Dimostriamoci degni di averla ricevuta, studiamola ognuno secondo le proprie possibilità, ma rendiamola una priorità assoluta. E diffondiamola, affinché la Sua Luce possa illuminare questo momento oscuro: basta poca luce, per mandare via tutto il buio. 

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