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    Accordo alle prime luci dell’alba a Bruxelles sui migranti. “I 28 leader hanno trovato un’intesa sulle conclusioni del Consiglio europeo, inclusa l’immigrazione”, ha annunciato su Twitter il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk al termine di una maratona notturna per la difficile trattativa. “Da questo Consiglio europeo esce un’Europa più responsabile e più solidale.L’Italia non è più sola“, ha detto uscendo dal palazzo del Consiglio intorno alle 5 del mattino, dopo ore e ore di riunione, il premier Giuseppe Conte.

    Conte ha quindi illustrato “i punti più salienti del testo” delle conclusioni. “E’ passato – ha spiegato – il principio che il tema della regolazione e della gestione dei flussi migratori deve essere affrontato mediante un approccio più integrato, come avevamo richiesto, che riguardi la dimensione interna, quella esterna e il controllo delle frontiere, all’articolo uno”. “Ancora all’articolo uno – ha continuato – è affermato il principio che chi arriva in Italia arriva in Europa. Ancora, all’articolo tre, è affermato il principio che tutte le navi che attraversano il Mediterraneo devono rispettare le leggi, quindi anche le Ong, e non devono interferire con le operazioni della Guardia Costiera Libica”. “All’articolo cinque – ha detto ancora Conte – c’è il principio di un nuovo approccio per i salvataggi in mare: si prevedono azioni, d’ora in poi, basate sulla condivisione, e quindi coordinate tra gli Stati membri”.

    “sempre all’articolo cinque – ha spiegato Conte – è prevista la possibilità di creare dei centri di accoglienza per consentire lo sbarco e, se del caso, il transito dei migranti anche in Paesi terzi, sotto il coordinamento e la cooperazione con l’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati e con l’Oim”. Il presidente del Consiglio ha segnalato poi il principio all’articolo sei in base al quale “in Europa d’ora in poi si possono creare dei centri di accoglienza nell’ambito degli Stati membri, ma solo su base volontaria. Quindi, per i Paesi che lo desiderano e che vogliono attrezzarsi per farlo ci saranno centri con una gestione collettiva europea”. “Ancora – ha detto poi – all’articolo sette si è finalmente affermato il principio del rifinanziamento del Fondo fiduciario per l’Africa, che ci torna particolarmente utile per le rotte dei migranti dal Nordafrica”.

    All’articolo otto c’è quello che era “il primo obiettivo della nostra proposta”, ovvero “che fossero intensificati – ha spiegato – i rapporti e gli accordi con i Paesi di origine e di transito dei migranti. Infine, segnalo l’articolo dodici – ha aggiunto -, dove si afferma chiaramente la necessità di riformare Dublino, e quindi anche tenendo conto delle persone che vengono soccorse in mare, alla luce dei salvataggi e delle regole di Search and Rescue”, ricerca e soccorso. “Direi che nel complesso – ha proseguito Conte – possiamo ritenerci soddisfatti: è stata una lunga negoziazione, come ci dice l’orario, ma l’Italia non è più sola, come avevamo richiesto”. Quindi aprirà i centri in Italia? “E’ una decisione che prenderemo a livello governativo, in modo collegiale – ha risposto infine – direi che non siamo assolutamente invitati a farlo”.

    Per il presidente francese Emmanuel Macron l’accordo sui migranti “è una buona notizia”. “Prima di tutto – ha detto – è il frutto della cooperazione europea, che ha prevalso su soluzioni nazionali, che non sono né efficaci né durevoli”. “Questo lavoro – ha proseguito – ci ha permesso di avere un approccio coerente ai fenomeni migratori: il lavoro con i Paesi terzi, in Africa e in Medio Oriente, con questa volontà di seguire le proposte fatte dall’Unhcr e dall’Oim”. “C’è la volontà – ha continuato – di proteggere meglio le nostre frontiere, rafforzando l’impegno nella materia; rafforzare le regole sull’accoglienza e c’è la proposta di avere dei centri controllati sul territorio europeo per organizzarla meglio. La solidarietà che dobbiamo ai Paesi di primo ingresso è stata messa in atto in questo vertice”.

    “E’ la nostra volontà di finire il lavoro – ha continuato Macron – facendo sì che i sette testi in discussione siano decisi il prima possibile. Cinque direttive sono in corso di trattazione e altre due (inclusa la riforma del sistema di asilo detto di Dublino, ndr) che vanno decise nei tempi più brevi possibili”. “Questo lavoro – ha proseguito – ha permesso da una parte di avere la cooperazione e dall’altra parte di introdurre delle idee nuove: la Francia voleva proporne qualcuna e sono state seguite. Voleva anche che fosse trovata una soluzione d’insieme, non su questo o quel punto delle migrazioni. L’Europa dovrà vivere ancora per molto tempo con delle pressioni migratorie provenienti dai Paesi in crisi, da Paesi poveri”. “Non siamo uniti là: dobbiamo riuscire a far fronte a questa sfida restando fedeli ai nostri valori, proteggendo i nostri popoli e la coesione nazionale. La tappa di oggi è importante: molti predicevano l’impossibilità di un accordo; molti predicevano il trionfo delle soluzioni nazionali, ma stasera siamo riusciti a ottenere una soluzione europea e un lavoro in collaborazione”, ha concluso.

    Angela Merkel avverte che c’è ancora lavoro da fare. Aver approvato un testo comune “è un buon messaggio”, ha detto la cancelliera tedesca. Rimane ancora del lavoro da fare, ha proseguito Merkel, “ma ora sono ottimista sulla possibilità di poter veramente continuare questo lavoro”. La cancelliera ha voluto sottolineare che l’intesa comprende controlli più rigidi per i movimenti di richiedenti asilo all’interno dell’Ue. E’ chiaro, ha aggiunto, che tutti dovranno rispettare le regole e nessun richiedente asilo potrà scegliere il paese dove presentare la sua richiesta.

    Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, al termine dei lavori della prima giornata, ha detto: “Non è il migliore degli accordi possibili, ma è un accordo importante, che dà una prospettiva europea ad una sfida europea, come quella delle migrazioni”. “Siamo 28 Paesi – ha aggiunto -, ognuno ha la sua realtà. Possiamo dirci francamente soddisfatti: abbiamo ottenuto cose importanti per il Paese ed è molto importante a livello europeo, perché continuiamo a camminare su un percorso comune”, ha concluso.

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