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    “Non dimentico neanche per un momento gli ostaggi e dedico a loro la mia partecipazione al concorso” ha affermato Eden Golan, che ha concluso al quinto posto un Eurovision travolto dalla politica e, soprattutto, dalle polemiche. La cantante israeliana si è assicurata il secondo maggior numero di punti dal televoto, aggiudicandosi 323 punti, dietro solo al croato Baby Lasagna, considerato anche dai bookmakers uno dei papabili vincitori della competizione, vinta dallo svizzero Nemo.

    In una dichiarazione a margine della competizione, Golan ha detto di essere “molto orgogliosa” del quinto posto di Israele. “Fin dal primo momento abbiamo avuto un obiettivo, ovvero far sentire la voce forte di Israele nel mondo, e so che abbiamo raggiunto questo obiettivo alla grande”.

    A viziare la posizione in classifica della cantante israeliana il punteggio molto sfavorevole della giuria. La cantante infatti non ha ottenuto 12 punti – il massimo possibile – dalla giuria di nessun paese, ma ne ha ricevuti otto ciascuno da Norvegia, Cipro e Germania; cinque dal Belgio e dall’Estonia; quattro dalla Lituania; tre ciascuno da Francia, Malta, Moldavia e Georgia; e due dalla Lettonia. L’artista israeliana ha ricevuto invece 12 punti dal televoto da Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Belgio, Regno Unito.

    Non sono mancati i fischi durante l’esibizione, tuttavia Eden Golan, come nella seconda semifinale, ha cantato “Hurricane” in maniera impeccabile. Subito dopo la performance la cantante si è lasciata travolgere dalle emozioni, dopo una settimana che l’ha vista al centro delle polemiche della maggior parte dei concorrenti, anche durante la finale. La portoghese Iolanda ha indossato un abito nella “parata delle bandiere” di apertura disegnato da un designer palestinese, e le sue unghie erano decorate con colori verde, rosso, bianco e nero, oltre a un motivo kefiah. L’irlandese Bambie Thug invece – a cui l’EBU ha ordinato di rimuovere i messaggi filo-palestinesi scritti sul loro volto in un’antica lingua irlandese – è stata vista nella green room mentre attendeva i risultati con un’immagine propal. La vincitrice dell’anno scorso, Loreen, avrebbe dichiarato prima della competizione che si sarebbe rifiutata di consegnare il trofeo a Golan, qualora Israele avesse vinto. E infine i rappresentanti della Finlandia e della Norvegia, ossia Käärijä e Alessandra Mele, che avrebbero dovuto annunciare i voti della giuria del loro paese si sono ritirati prima dello spettacolo per protestare contro Israele. Noa Kirel, che ha gareggiato l’anno scorso con tutti e tre gli artisti scandinavi, ha dedicato loro una storia sui social dove ha scritto: “Non c’è posto per l’antisemitismo”.

    Nonostante tutte queste manifestazioni ostili, Eden Golan è riuscita ad aggiudicarsi un quinto posto che va a confermare la qualità del panorama musicale israeliano e la costanza in questa competizione, infatti l’Eurovision Song Contest è stato vinto per ben 4 volte dallo Stato ebraico.

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