Skip to main content

Ultimo numero Maggio – Giugno 2025

Scarica il Lunario

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Israele entra nel terzo giorno di guerra con ogni intenzione di porre fine all’invasione di campo da parte di Hamas. Che dall’alba di sabato sta seminando panico e terrore, compiendo massacri a sangue freddo in territorio israeliano, in kibbutzim, moshavim e città come Sderot. Ancora ieri sera la municipalità del centro abitato più grande tra quelli più a ridosso della Striscia diramava un’allerta ai residenti per “sospetta infiltrazione di militanti”.

     

    Non solo morti, già oltre 700. E tra loro 34 poliziotti e 57 soldati. A generare ulteriore preoccupazione, umanamente e tatticamente, sono i dispersi e le persone fatte prigioniere dalle fazioni armate palestinesi. I numeri non sono ufficiali ma senz’altro sono indicativi. La Jihad islamica ne conferma 30 attualmente prigionieri a Gaza. Secondo fonti palestinesi che si erano espresse in precedenza, sono un centinaio. Sono civili e soldati di cui si sono persi i contatti una volta finiti in mano di Hamas. 

     

    Domenica, il gabinetto di sicurezza ha dichiarato ufficialmente lo stato di guerra. Israele ha adesso due necessità e due obiettivi: neutralizzare Hamas a lungo termine e riportare a casa i suoi concittadini. Di alcuni, è tristemente certo, da recuperare ci saranno solo i cadaveri. La seconda impresa rende più complicata la prima.

     

    Nelle comunità del sud del Paese, dove lo stress intermittente dei razzi sulla testa l’hanno messo nel conto ormai da anni, l’assalto armato di Hamas dentro casa, il fiato sul collo dei combattenti delle Brigate Al-Qassam, è stato un trauma inaudito. Le loro storie, i numeri di telefono, le fotografie di parenti e amici rapiti, rimbalzano sulle bacheche virtuali di chat in chat.

     

    “Mia moglie Doron Asher e le mie due figlie Raz Asher di 5 anni e Aviv Asher di 3 anni sono state prese come prigioniere di Hamas. Erano andate a fare visita a mia suocera, a Nir Oz. Anche lei e il marito sono stati catturati”, fa girare il messaggio Yoni Asher. “Più tardi le ho riconosciute in un video sui social. Erano nella Striscia di Gaza, nelle mani dei terroristi di Hamas.”

     

    Adva Adar, dalla sua casa nel Moshav Luzit, parla con i media internazionali nella speranza che la pressione mediatica intorno alla storia di sua nonna Yaffa, 85enne rapita e portata a Gaza, possa salvarla. O almeno smuovere le acque per ricevere sue notizie. L’anziana signora, che in video tristemente virali si vede portata in giro come un trofeo, segue una terapia farmacologica. “Senza le sue medicine – ha detto in lacrime la nipote – deve essere in preda a dolori atroci. Non sappiamo nemmeno se è ancora viva.” Dalle sue parole e dall’agitazione si capisce che ragazza è divorata dalla preoccupazione, e su quello vorrebbe concentrarsi. Ma non riesce a nascondere il senso di abbandono. Non da parte della comunità, che da un kibbutz all’altro ha attivato una rete di supporto. Ad essere accusate di incapacità sono le autorità locali e quelle nazionali. “Sono state assenti – ha ammesso Adva -. Ci sentiamo ignorati e abbiamo bisogno di ricevere supporto.” Yaffa Adar è tra i fondatori del kibbutz Nir Am. “Mia nonna credeva nel sionismo e in questo paese che l’ha abbandonata, in ostaggio”, si è sfogata la ragazza. “Nessuno parla con noi, nessuno ci dice nulla”, ha aggiunto. Il premier Netanyahu ha nominato il generale in pensione Gal Hirsch come coordinatore per i prigionieri e per i dispersi. E l’esercito ha istituito una unità di crisi.

     

    In un disperato appello, a cui Adva si aggrappa con scarsa convinzione, chiede ai miliziani di Hamas di mettersi una mano sulla coscienza. “I neonati, i bambini e gli anziani che avete rapito non hanno responsabilità. Rimandateli a casa.” Ma il segretario generale della Jihad islamica Ziad al-Nahala ha ribadito che le persone rapite “non verranno rimandate a casa se non in cambio del rilascio dei nostri prigionieri”. Ancora una volta, Israele si trova davanti a scelte estremamente difficili.

    ISRAELE

    Il dramma degli ostaggi israeliani: la disperazione dei parenti

    Di Fabiana Magrì

    Israele entra nel terzo giorno di guerra con ogni intenzione di porre fine all’invasione di campo da parte di Hamas. Che dall’alba di sabato sta seminando panico e terrore, compiendo massacri a sangue freddo in territorio israeliano, in kibbutzim, moshavim e città come Sderot. Ancora ieri sera la municipalità del centro abitato più grande tra quelli più a ridosso della…

    Cultura

    Il saluto del Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni al convegno su Pio XII

    Di Redazione

    Pubblichiamo di seguito il discorso tenuto dal Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni in apertura del convegno internazionale “New documents from the pontificate of Pius XII”.Prima di entrare nel merito del tema dell’iniziativa, Rav Di Segni ha sottolineato come questa, pur programmata da tempo, cada in un giorno molto triste, a causa dell’attacco ad Israele: per questo i nostri…

    ROMA EBRAICA

    41 anni fa l’attentato alla sinagoga di Roma: la commemorazione

    Di Redazione

    Con una sentita commemorazione questa mattina la Comunità ebraica di Roma ha ricordato l’attentato del 9 ottobre 1982, nel quale terroristi palestinesi uccisero il piccolo Stefano Gaj Taché di due anni e ferirono oltre 40 persone, soprattutto bambini e ragazzi. Ricorreva la festività di Shemini Atzereth.In occasione del quarantunesimo anniversario sono state deposte da giovani studenti delle scuole ebraiche alcune…

    ROMA EBRAICA

    Solidarietà e aiuto concreto: la Comunità Ebraica di Roma lancia la campagna di raccolta fondi “Sostieni la popolazione d’Israele”

    Di Redazione

    In Israele assistiamo ad uno scenario inedito, drammatico, pieno di incertezze. In queste ore di grande preoccupazione non possiamo e non vogliamo rimanere inermi di fronte a ciò che sta accadendo. La nostra Comunità oltre ad esprimere il sostengo incondizionato allo Stato d’Israele e al suo diritto a difendersi, esprime la sua vicinanza con atti concreti”. Queste le parole dell’Assessore…

    ISRAELE

    Operazione spade di ferro - giorno tre

    Di Ugo Volli

    I tre compiti dei militariNel discorso in cui proclamava lo stato di guerra, il primo ministro Netanyahu ha assegnato tre missioni immediate alle forze armate israeliane: eliminare le minacce all’interno di Israele; assicurare la sicurezza dei confini, in particolare al nord e all’est, con Libano e Siria; distruggere totalmente la potenza militare di Hamas. Sono compiti complessi, che implicano un…

    ISRAELE

    Il punto fermo nel momento più duro

    Di Ariela Piattelli

    I ragazzini in Israele che in queste ore nelle sinagoghe preparano i pacchi per i soldati, le lunghe file nei supermercati di persone che acquistano beni di prima necessità per chi ne ha bisogno, gli ospedali affollati di chi giunge per donare il sangue ai feriti, il coraggio dei giovani soldati al fronte che salutano le famiglie e spengono i…

    ITALIA

    Meloni: barbarie in Israele, nessuno ha pagato per l’attentato alla Sinagoga di Roma

    Di Elisabetta Fiorito

    Condanna senza appello quella di Giorgia Meloni su Hamas. "Oggi più che mai, dopo i fatti orribili e barbari che stanno avvenendo in Israele – scrive la premier in una nota - il governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d'Israele e alle comunità ebraiche italiane. Il terrore non prevarrà mai”, e ricorda il 41mo anniversario…

    ISRAELE

    La nota della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni

    Di Redazione

    Siamo sconvolti e distrutti dalle dolorosissime immagini e notizie che ci hanno raggiunto in queste ultime due giornate con l’attacco subito da Israele durante lo shabbat e la festa di Simchat Torah, scatenando contro la popolazione civile e il territorio dello Stato di Israele un massacro perpetrato di casa in casa, trucidando interi nuclei famigliari e deportando a Gaza come…

    ISRAELE

    Il quadro dell’attacco e le vie per uscirne

    Di Ugo Volli

    Un’operazione militare micidiale di grande livello organizzativoIl terribile attacco che Israele ha subito dalla mattina di sabato non è un semplice attentato terrorista, anche se in scala enormemente accresciuta rispetto al solito. È un vero e proprio atto di guerra non solo per le dimensioni delle perdite (oltre seicento cinquanta morti, duemila feriti in ospedale, più di cento israeliani rapiti),…

    ITALIA

    Mattarella e Meloni al fianco d’Israele sotto attacco

    Di Elisabetta Fiorito

    La solidarietà italiana a Israele si fa sentire subito dopo le prime ore dall’attacco. Sono le 14.29 del 7 ottobre quando il presidente Sergio Mattarella invia un messaggio al Presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog che contiene "la più ferma e convinta condanna" del "proditorio attacco che attenta alla sicurezza di Israele e allontana la prospettiva di una pace…