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SPECIALE PESACH 5784

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    Quando si scrive un racconto si è costretti a scegliere una prospettiva. Il narratore scrive in prima persona, è interno o esterno alla storia, può essere onnisciente oppure descrivere gli eventi secondo un punto di vista…ognuno di noi è un individuo, è un mondo. Con il suo bagaglio di esperienze, il suo background e le influenze del suo contorno; con un passato ben definito ed un futuro in evoluzione. Un giorno, ho avuto la fortuna di essere catapultata in un gruppo di lezioni femminili mattutine, con una Rabbanit di origini romane, che insegna in Israele. Le partecipanti, con riservatezza, dovevano prenderne parte. Nulla doveva uscire, per rispetto, restare tra noi ciò che si era detto. Lo studio avrebbe avuto inizio, ma le nozioni apprese avrebbero continuato ad influenzare il quotidiano poiché gli spunti presi dalla Torah, non sarebbero rimasti limitati, ma ci avrebbero positivamente coinvolte. I sistemi di difesa creati negli anni da ognuno, ci permettono di sopravvivere, in qualche modo ci condizionano e limitano. Una delle cose più belle che ho imparato riguarda un metodo interpretativo utilizzato in psicologia: “modello Efrat”, in cui la seconda lettera ‘pei’, riguarda il modo in cui si interpreta la realtà (perush).
    Se è capitata una circostanza oggettivamente sgradevole, può essere rivista ed interpretata, in un modo diverso e trasformarla, soggettivamente. Il primo passaggio è accettare le cose così come sono, senza giudizi.
    È possibile riuscire a lavorare su sé stessi, allenandosi, affinché invece di dire per colpa di…si arrivi addirittura a dire grazie a! Non è semplice né immediato. Questo è un regalo: la possibilità di modificare la percezione della sofferenza, rispetto ad alcuni episodi del proprio vissuto. Quel che è stato, è reale, ne prendo atto, ma posso trovare una serenità interiore, senza lasciarmi influenzare negativamente. Si può iniziare da piccole cose, in cui si prova a visualizzare la migliore ipotesi possibili, per giudicare favorevolmente. La mia amica non mi ha salutata? Sicuramente non mi ha vista.
    Un bambino piccolo piange disperato si getta a terra nell’autobus. La signora seduta vicina si lamenta della maleducazione del padre che non interviene per placarlo. Saprà dopo che al bambino è morta la mamma poco prima, questo il motivo della sua disperazione! E il suo risentimento si trasformerà in tristezza e compassione. Ecco!
    Bisognerebbe fermarsi, riflettere prima di dare giudizi affrettati. E pensare che forse non è come istintivamente siamo portati a credere. Cambiando la prospettiva, si migliora. Si diventa più aperti agli altri, più comprensivi, più consapevoli, più pazienti. Gli occhiali magici sono quelli che ci permettono di vedere con un’altra prospettiva, avendo la Torah come linea guida: Tutto è volere di Hashem. Non bisogna piangere sul passato, che ci ha visti soffrire né lamentarsi. Bisogna accettare la condizione e rendere il dolore un trampolino di lancio da cui ripartire, per oltrepassare quella fossa in cui cadremmo, se continuassimo a pensare al dolore vissuto.
    Si comincia con il mettere in discussione ogni affermazione. E sostituiremo il punto esclamativo, che caratterizza le nostre credenze, con un punto interrogativo. Questo metterà in discussione le nostre convinzioni, cambieranno i sentimenti percepiti.
    Viene fuori da una riflessione la Torah degli specchi (Torat aMarot): vedo intorno a me ciò che sono io. Vedo deformato qualcosa che mi appartiene. Tutto ciò che ho visto nell’altro, che mi ha dato noia, o ha destato la mia suscettibilità, tira fuori una parte di me. Ciò che è emerso va considerato e ripulito. Se sono riuscito a vedere questo qualcosa, vuol dire che sono nella condizione di mettermi a disposizione per aiutare l’altro. Allora la coglierò come un’opportunità. Si inizia con l’autostima e l’accettazione di sé stessi. Giudicare favorevolmente, riguarda anche la propria persona. E se dobbiamo operare un lavoro di autocorrezione e pulizia lo faremo come un sassolino gettato nell’acqua. I cerchi concentrici si propagheranno. Tutto ciò che mi arreca fastidio, è come se mi facesse sentire sporco. Sentirsi “sporchi” può essere associato a ciò che ruota attorno alla teshuvà, intesa come pentimento: tornare sui propri passi per correggere un comportamento sbagliato e ripulirsi dall’aver commesso una qualche trasgressione. Nella Torah c’è tutto: la soluzione è stata creata prima del problema.

    NEWS

    Gli occhiali magici

    Di Ester Pavoncello

    Quando si scrive un racconto si è costretti a scegliere una prospettiva. Il narratore scrive in prima persona, è interno o esterno alla storia, può essere onnisciente oppure descrivere gli eventi secondo un punto di vista...ognuno di noi è un individuo, è un mondo. Con il suo bagaglio di esperienze, il suo background e le influenze del suo contorno; con…

    ROMA EBRAICA

    “Israele è un mio valore”: la Comunità Ebraica di Roma incontra Nicola Porro

    Di Ruben Caivano

    Nicola Porro è un giornalista e conduttore televisivo che in questi mesi difficili ha raccontato con schiettezza le vicende israeliane. Uno sforzo apprezzato dall’ebraismo romano, che lo ha accolto in una serata di confronto. L'evento si è tenuto alla sala teatrale Italia, con l'organizzazione della European Jewish Association e del Bené Berith Roma. Un momento per analizzare il conflitto in…

    ISRAELE

    Le famiglie degli ostaggi denunciano Hamas alla Corte penale internazionale

    Di Luca Spizzichino

    Il Forum delle famiglie degli ostaggi presenterà una denuncia contro i leader di Hamas presso la Corte penale internazionale, promettendo di consegnare i terroristi alla giustizia, per il bene del mondo. Poco prima di imbarcarsi per L’Aia una delegazione ha rilasciato una dichiarazione ai media. Circa 100 rappresentanti delle famiglie e decine di avvocati israeliani e stranieri, presenteranno la causa…

    ISRAELE

    L’IDF pubblica un video di Sinwar in un tunnel sotto Khan Younis

    Di Michelle Zarfati

    L'IDF ha pubblicato martedì sera un video che mostra il leader di Hamas Yahya Sinwar nella Striscia di Gaza mentre scappa attraverso un tunnel sotto Khan Younis con sua moglie e i suoi figli. Il video, ottenuto da una telecamera di sorveglianza, è datato 10 ottobre. Dall'inizio dell'operazione di terra a Gaza, l'IDF ha ottenuto diversi video del leader dell'organizzazione…

    Cultura

    The Mediterranean Mystery Tour: musica come dono d’amore

    Di Nicole Nahum

    Martedì 20 febbraio, Alexanderplatz, storico jazz club di Roma, ospiterà un quartetto formato da musicisti italiani e israeliani. Questi artisti, nell’ambito del famoso festival jazz di Sibiu in Romania, hanno dato vita a un progetto intitolato “The Mediterranean Mystery Tour”, progetto con lo scopo di trascendere ogni tipo di confine, barriera e pregiudizio e di imporsi come simbolo di pace…

    ISRAELE

    I parenti dei due ostaggi liberati raccontano del loro periodo di prigionia

    Di Luca Spizzichino

    I parenti di Fernando Marman e Louis Har, i due ostaggi liberati dall’esercito israeliano con una complessa operazione di salvataggio nel cuore di Rafah, a poche ore dal loro ritorno hanno descritto la forte emozione nel vedere i loro cari vivi dopo 128 giorni di prigionia nelle mani dei terroristi di Hamas. Questa liberazione ha rappresentato un’operazione dalla duplice importanza:…

    NEWS

    Svizzera: fornitore si rifiuta di noleggiare attrezzatura da neve agli ebrei

    Di Redazione

    “Non si affittano più slittini o altro materiale sportivo agli ebrei”. È quanto apparso su un cartello in ebraico, posto all’ingresso di un ristorante di montagna nella località sciistica di Pischa, vicino a Davos, in Svizzera. La notizia è stata riportata dai media locali e israeliani. L’ episodio risale all’11 febbraio scorso, quando un ebreo ortodosso di 21 anni insieme…

    ISRAELE

    Sono 232 i soldati caduti per la difesa di Israele dall’inizio dell’offensiva contro Hamas

    Di Michelle Zarfati

    Sale a 232 il bilancio dei soldati caduti dall’inizio dei combattimenti tra Israele e Hamas. Dal terribile massacro del 7 ottobre, molti combattenti hanno sacrificato la loro vita per difendere lo Stato ebraico. Questa mattina, l’IDF ha comunicato la morte di altri tre soldati, uccisi da un ordigno esplosivo piazzato in un edificio a Khan Younis. Tra questi vi era…

    ISRAELE

    Che cosa insegna la liberazione dei due rapiti a Rafah

    Di Ugo Volli

    Chi sono i liberati L’azione coraggiosa e ben organizzata che ha portato alla liberazione dei due rapiti il 7 ottobre riempie di orgoglio e dà soddisfazione in un momento molto difficile per Israele. Ma soprattutto insegna alcune cose che vanno contro la propaganda di Hamas e di coloro che vorrebbero fermare l’autodifesa di Israele. Vale la pena di mettere in…

    ISRAELE

    Un giornalista di Al Jazeera è in realtà un comandante di Hamas: la scoperta dell’IDF

    Di Luca Spizzichino

    L’esercito israeliano ha rivelato che un giornalista di Al Jazeera, Mohamed Washah, è anche un comandante dell'ala militare di Hamas. Durante la perquisizione di una base di Hamas nel nord di Gaza, diverse settimane fa, l’IDF ha scoperto un computer portatile appartenente a un giornalista di Gaza. Il tenente colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba dell'IDF, in un post…