Skip to main content

Ultimo numero Maggio – Giugno 2025

Scarica il Lunario

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Un luogo rinomato, tra Via Frattina e Piazza di Spagna, per un contenuto profondo e toccante. È la mostra fotografica “Fatina Sed. Biografia di una vita in più, dal 16 ottobre alla liberazione”, che verrà inaugurata mercoledì 26 gennaio nel cuore di Roma. Una serie di scatti che ricostruiscono alcuni momenti salienti della vita di Fatina Sed, deportata ad Auschwitz a tredici anni e sopravvissuta al lager.

    “Mia nonna abitava in Via Sant’Angelo in Pescheria e quando ha visto i soldati che caricavano le persone sui carri ha avvisato sua mamma, perché un soldato le aveva fatto cenno che avrebbero preso anche loro – racconta a Shalom Fabiana Di Segni, nipote di Fatina e curatrice della mostra insieme ad Alessandro Alferoni Picone – Si sono rifugiati in un magazzino vicino a Piazza Fiume, ma a causa di una spiata i soldati li hanno trovati e hanno arrestato lei insieme alla sua famiglia e ad altre persone nascoste in quello stesso luogo”.

    Dopo l’arresto, inizia la detenzione nel carcere di San Michele, poi il campo di concentramento di Fossoli e infine il campo di sterminio di Auschwitz. Qui la madre e la sua sorellina Emma sono state mandate nelle camere a gas, mentre Fatina e sua sorella Angelica sono riuscite a superare la selezione.

    “La madre aveva chiesto a Fatina di occuparsi di sua sorella. Ma proprio poco prima della liberazione, Angelica venne aggredita dai cani dei soldati tedeschi e morì pochi giorni dopo in infermeria. Mia nonna si è sempre rammaricata di non essere riuscita a salvare la sorella – racconta ancora Fabiana – Lei è riuscita a tornare a Roma, accompagnata da Antonio Tursi, un soldato italiano membro della Resistenza, e Virginia Poar, una partigiana arrestata a Fiume. Insieme a Fatina c’era un’altra bambina rimasta anche lei sola, Milena Zarfati. Una volta tornata a casa, nonna ha ritrovato pochissimi parenti: soltanto dopo qualche mese aveva scoperto che suo fratello Alberto era vivo. Poi si è sposata ed è andata a vivere in Via della Reginella, nel cuore del quartiere ebraico”.

    La mostra si ispira a un manoscritto di Fatina pubblicato qualche anno fa, “Biografia di una vita in più”: probabilmente la “vita in più” era quella dei suoi familiari perduti, a cui Fatina non ha mai smesso di pensare. L’esposizione mette insieme quaranta pannelli, dal ritorno dai campi di sterminio alla vita di Fatina: il matrimonio, i figli, fino al suo secondo incontro con Antonio Tursi dopo cinquant’anni. Ci sono poi sedici foto che arrivano dall’Archivio IRSREC di Trieste, dedicate proprio alla Liberazione.

    “Abbiamo scelto di utilizzare una storia per diffondere un aspetto della memoria che ha una sua complessità: nonostante ci sia stata la possibilità di vita, in qualche modo Auschwitz è stata un’immagine fissa nella nostra famiglia – spiega Fabiana – perciò abbiamo pensato fosse importante focalizzarci sul ritorno: mia nonna ha impiegato parecchi mesi per rientrare in Italia, perché sul suo documento c’era scritto “Fatima”, perciò credevano che non fosse italiana. Attraverso il racconto di una donna che ha vissuto a Roma e ha visto davanti a sé l’orrore dello sterminio nazista, abbiamo voluto ricostruire le tappe della Storia che va dal 16 ottobre 1943 fino all’arrivo degli Alleati”.

    Tra le fotografie esposte una è particolarmente evocativa secondo Fabiana: scattata a Lubecca, l’immagine ritrae una scala con delle donne. Una scala che Antonio Tursi si era procurato fuori dal campo e che usava per nascondere le donne dagli abusi dei tedeschi. Ogni sera dopo aver dato loro del cibo, le faceva salire sulla scala e lui rimaneva lì per assicurarsi che nessuno le importunasse.

    La mostra sarà visitabile 24 ore su 24 dal 25 al 31 gennaio. È stata promossa dall’Associazione Piazza di Spagna – Trinità dei Monti e dall’Associazione commercianti via Frattina, con il patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma insieme alla Comunità Ebraica di Roma, al CDEC di Milano e Anded Roma. 

    Parteciperanno all’inaugurazione di mercoledì 26 gennaio il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il Rabbino Capo di Roma Rav Riccardo Di Segni e l’Assessore alla Cultura di Roma Miguel Gotor. Saranno presenti anche la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello , l’Assessore al Turismo del Comune di Roma grandi eventi e sport Alessandro Onorato e la Presidente della Commissione Cultura del Comune di Roma Erica Battaglia.

    Cultura

    Una mostra a cielo aperto in memoria di Fatina Sed

    Di Jonatan Della Rocca

    Un luogo rinomato, tra Via Frattina e Piazza di Spagna, per un contenuto profondo e toccante. È la mostra fotografica “Fatina Sed. Biografia di una vita in più, dal 16 ottobre alla liberazione”, che verrà inaugurata mercoledì 26 gennaio nel cuore di Roma. Una serie di scatti che ricostruiscono alcuni momenti salienti della vita di Fatina Sed, deportata ad Auschwitz…

    ITALIA

    “Perché tu sei mia madre” – La lettera di Edith Bruck

    Di Edith Bruck

    Proponiamo di seguito un estratto del libro di Edith Bruck “Lettera alla madre” pubblicato in una nuova edizione da La Nave di Teseo Quante volte avevo incominciato a scriverti! Cento, mille? Non so. So solo che scrivevo e buttavo via i fogli uno dietro l’altro, come quando si incomincia una lettera a qualcuno che si ama molto senza la sicurezza di…

    Cultura

    Una mostra a cielo aperto in memoria di Fatina Sed

    Di Jonatan Della Rocca

    Un luogo rinomato, tra Via Frattina e Piazza di Spagna, per un contenuto profondo e toccante. È la mostra fotografica “Fatina Sed. Biografia di una vita in più, dal 16 ottobre alla liberazione”, che verrà inaugurata mercoledì 26 gennaio nel cuore di Roma. Una serie di scatti che ricostruiscono alcuni momenti salienti della vita di Fatina Sed, deportata ad Auschwitz…

    NEWS

    Il Consiglio comunale di Firenze boccia l’adozione della definizione di antisemitismo IHRA

    Di Luca Clementi

    27 presenti e votanti, di cui 9 favorevoli e 18 contrari. Con questa votazione il Consiglio comunale di Firenze ha bocciato la proposta di formale adozione della definizione di antisemitismo formulata dall’IHRA.Questa era stata inserita all’interno dell’ordine del giorno dai consiglieri di Centro Emanuele Cocollini, Ubaldo Bocci e Antonio Montelatici a seguito della celebrazione in aula del Giorno della Memoria.…

    ROMA EBRAICA

    Esistere e continuare ad esistere - Una voce ebraica nella Roma del Dopoguerra

    Di Claudio Procaccia

    In occasione del Giorno della Memoria del 2022 s’intende presentare il numero speciale de La Voce della Comunità Israelitica di Roma del 16 ottobre 1953 (7 hesvan 5716), pubblicato in occasione del decennale della prima deportazione degli ebrei da Roma.In quella occasione furono riportati anche due contributi importanti dell’allora Rabbino capo di Roma Elio Toaff e del suo predecessore, David…

    NEWS

    La cosa che mi fa più male

    Di Gérard David Journo

    Cosa mi fa più male nel giorno della memoria? E' di aver perso un'occasione. Quando eravamo ragazzini, noi della classe 1960, abbiamo avuto il privilegio di vivere in mezzo ai sopravvissuti, ai protagonisti di questa storia infame. Nessuno, però, ci diceva niente, nessuno ci spiegava quello che aveva subito. Forse, avevano paura di scioccarci, di causarci un trauma, ma invece…

    Cultura

    “Il fumo di Birkenau” e “Tagerbuch” (Giuntina) di Liana Millu

    Di Michelle Zarfati

     Raccontare l’inferno del lager, seppur doloroso, è necessario. Per tornare a vivere, per affermare il proprio diritto ad esistere ma soprattutto affinché nulla di quello che è stato venga dimenticato. È ciò che ha fatto Liana Millu, sopravvissuta a Birkenau, nelle sue due opere “Il fumo di Birkenau” (Giuntina) e “Tagerbuch” (Giuntina). Nata a Pisa il 21 dicembre 1914, maestra…

    Cultura

    T di Tre

    Di Davide Spagnoletto

    L’esigenza e la cautela nel ricordare la Shoah con interventi pubblici, nella forma di monumento, si è spesso scontrata con la difficoltà di scegliere un linguaggio che potesse essere rispettoso ma allo stesso tempo comprensibile. Il grande interrogativo affrontato dagli artisti – e forse anche dalle commissioni che dovevano scegliere i lavori – è stato se preferire un linguaggio figurativo,…

    ROMA EBRAICA

    “Grazie Presidente” – Gli studenti delle scuole ebraiche ringraziano Mattarella

    Di Redazione

    “Grazie Presidente Mattarella”: così si legge sullo striscione affisso dagli studenti delle scuole ebraiche di Roma, a Portico d’Ottavia. Un omaggio arrivato alla fine del settennato di Mattarella, che poi è stato rieletto Presidente della Repubblica. I giovani hanno voluto ricordare e rendere omaggio così all’impegno del Presidente nella difesa della Costituzione e dei diritti dei cittadini italiani. “Il nostro gesto…

    SHALOM WORLD

    Rav Dov Izhak Freilich, the rabbi who helped rebuild the Jewish community of Rome

    Di Donato Moscati

    "The day he was released from Bergen-Belsen was a Friday, it was close to the start of Shabbat and it was four years since my grandfather had been able to celebrate it." Elie Lowy, grandson of Rav Dov Izhak Freilich, is betrayed by emotion as he tells of the moment of regained freedom and the moment when his grandfather was…