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    Amos Oz ci propone un’altra storia “di amore e tenebra”, il suo secondo libro, un racconto sofferto e pieno di nostalgia: Michael Mio. Un testo che offre al lettore un viaggio nel tempo in una Gerusalemme lontana, appena sbocciata e già dilaniata dalla guerra. Il tutto narrato in prima persona da Hannah: una ex studentessa israeliana trentenne, sposata con Michael Gonen. Un amore e una vita coniugale che, giorno dopo giorno, vanno scomparendo, come un fiore al gelo non resiste più; Hannah è estremamente infelice di questa vita che non sente più sua fino infondo. C’è chi ha definito Hannah una Madame Bovary israeliana; e forse oggi Eshkol Nevo la definirebbe “infelice cronica”. Eppure, questa donna, che si mette a nudo davanti al lettore raccontando la storia del suo matrimonio che giorno dopo giorno si sgretola davanti ai suoi occhi, si racconta senza risparmiarsi mai, trovando la forza di non lasciarsi morire, di resistere. Sofferenza e rimpianto sono le parole chiave di questa storia, condita da una scrittura disincantata, che prende il lettore alle viscere mettendolo davanti alla sofferenza umana. Hannah e Michael: due pianeti diversi che si sfiorano, un amore unico e difficile. Un testo profondamente malinconico sin dalla prima pagina: “Scrivo questa storia perché le persone che ho amato sono morte. Scrivo questa storia perché quando ero giovane avevo una grande capacità di amare, e ora questa capacità di amare sta morendo. Ma io non voglio morire”.

    Cultura

    “Michael Mio” di Amos Oz

    Di Michelle Zarfati

    Amos Oz ci propone un’altra storia “di amore e tenebra”, il suo secondo libro, un racconto sofferto e pieno di nostalgia: Michael Mio. Un testo che offre al lettore un viaggio nel tempo in una Gerusalemme lontana, appena sbocciata e già dilaniata dalla guerra. Il tutto narrato in prima persona da Hannah: una ex studentessa israeliana trentenne, sposata con Michael…

    NEWS

    20 anni dall’11 settembre 2001 – Quando l’America decise di combattere la jihad. L’intervista a Maurizio Molinari

    Di Ariela Piattelli

    Sono passati 20 anni dagli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, che colpirono al cuore gli Stati Uniti. Quel martedì mattina di vent’anni fa ci fu il risveglio dell’America e delle democrazie occidentali che compresero la necessità di combattere i jihadisti, e che capirono come questa guerra sarebbe stata lunga. E ancora non è finita, come dimostrano anche le ultime drammatiche…

    NEWS

    Il World Trade Center: “L’ho visto nascere e morire”

    Di Donato Grosser

    Le due torri gemelle del World Trade Center erano un gioiello architettonico e non solo architettonico. Lavorare in quei palazzi era una delizia.  Le avevo viste costruire nel 1970 mentre studiavo alla scuola di business della New York University che aveva sede all’angolo di Trinity Street, di fronte ai lavori. Un giorno durante una lezione arrivò un vice sindaco di New…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Vayèlekh: Perchè Devarim è chiamato “il libro di Moshè”?

    Di Donato Grosser

    In questa parashà è scritto: “Moshè dette loro questo ordine: Al termine di sette anni, nel tempo della Shemità, durante la festa di Sukkòt, quando tutto Israele verrà  a presentarsi davanti all’Eterno tuo Dio nel luogo che avrà scelto, leggerai questa Torà al cospetto di tutto Israele in modo che essi la odano” (Devarìm, 31:10-11).Il Nachmanide (Girona, 1194-1270, Acco)  commenta che le parole “Leggerai questa Torà”,  non significano che…

    Cultura

    Dalla Sicilia al Nuovo Mondo: i biscotti della zia Conny

    Di Giulia Gallichi Punturello

    Sei anni fa per festeggiare il Bat mizvah di mia figlia organizzai un viaggio al femminile alla volta di New York. Dieci giorni strepitosi di gite e visite a musei straordinari, ma anche di rincontri familiari lontani. Parte della famiglia di mio marito partì negli anni venti dalla Sicilia verso il Nuovo Mondo e come se questa distanza spazio temporale…

    NEWS

    La guerra al terrorismo ci ha reso più sicuri

    Di Claudio Pagliara

    Il museo dell’11 settembre sorge dove erano state gettate le fondamenta delle Torri Gemelle. Come altri luoghi della memoria, impone al visitatore una riflessione sugli abissi nei quali può precipitare la mente umana. È una immersione nel buco nero prodotto dal terrore. Lungo il percorso, molte cose provocano intensa emozione: un pilastro di acciaio contorto dal calore, un’autoscala dei pompieri…

    NEWS

    L'11 settembre è il presente. La lunga guerra non è finita

    Di Micol Perugia

    Cara Piattelli, mi hai chiesto di scrivere sull'11 settembre 2001, accolgo l'invito perché Shalom rappresenta la voce della comunità ebraica e questo giorno ha un importante significato per tutti noi. Vuol dire stare dalla parte giusta in tempi in cui l'Occidente sembra aver smarrito il suo senso dell'Essere, libertà e democrazia. È un giro di boa della storia verso un'altra storia…

    NEWS

    “Una nuvola nera di fumo avvolgeva la città. Nera come la notte” - La testimonianza di Alain Anticoli

    Di Michelle Zarfati

    11 settembre 2001: una giornata soleggiata, tranquilla, New York si muove veloce, la città che non dorme mai. Ma per l’America, quell’11 settembre resterà per sempre un giorno pieno di dolore. Il giorno in cui quattro attacchi terroristici cambiarono la storia degli Stati Uniti d'America e di tutto il mondo. Una nube di fumo copre la città, tra i pianti…

    NEWS

    L’11 settembre e la tenacia di New York

    Di Carole Hallac

    C’era un perfetto cielo azzurro. E’ un dettaglio che spesso ricorda chi era a New York l’11 settembre, quando i due aerei si scontrarono come un violento fulmine a ciel sereno nelle torri gemelle. Oltre alla devastazione di quei giorni, l’11 settembre rappresenta per me, e credo per molti altri, una perdita dell’innocenza. Sono nata a Beirut a ridosso della guerra…

    ROMA EBRAICA

    Roma, 9 settembre 1553: Il rogo del Talmud

    Di Claudio Procaccia

    Una controversia tra due stampatori veneziani e cristiani circa i diritti per la pubblicazione di un’opera di Maimonide determinò, paradossalmente, il rogo dei libri del Talmud nella città di Roma (9 settembre 1553).  Non vi è un nesso apparente fra i due fenomeni ma va tenuto conto che della disputa fu informato il papa Giulio III (1550 1555) il quale, invece…