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    Terapie intensive in aumento, curva dei contagi che non cala, campagna vaccinale con alti e bassi, inevitabili restrizioni per limitare i contagi. La situazione della Francia non è dissimile da quella dell’Italia e di altri Paesi dell’Unione Europea. In questo quadro, anche le comunità ebraiche si sono adeguate alle circostanze, sia a Parigi, dove risiede oltre il 60% degli ebrei francesi, sia nelle altre città principali come Lione, Marsiglia, Nizza. A raccontare la resilienza dell’ebraismo francese a Shalom è Francis Kalifat, il Presidente eletto del Conseil Représentatif des Institutions juives de France – CRIF, l’organizzazione ombrello per il mondo ebraico in Francia. “Ad oggi, gli anziani sono quasi tutti vaccinati e questo ha permesso a molte famiglie di ritrovarsi, per esempio, per i sedarim in una versione più allargata rispetto al 2020. Tuttavia, la situazione in Francia resta molto critica: non si possono avere riunioni o altro tipo di vita sociale; le sinagoghe sono aperte, ma con le restrizioni che regolano gli afflussi secondo i protocolli di sicurezza, a partire dall’obbligo di mascherina e dal distanziamento; anche su questo comunque riscontriamo un miglioramento, visto che nella primavera del 2020 anche i luoghi di culto erano totalmente chiusi”. Dopo un anno e mezzo di pandemia, anche gli ebrei francesi hanno imparato a fronteggiare le restrizioni, ma anche a fare di necessità virtù. “Matrimoni e bar/bat-mitzvah si svolgono, ma sempre nei limiti dei rigidi protocolli che ne regolano lo svolgimento, con un numero massimo di persone presenti rapportato alle dimensioni dei locali. Siamo però riusciti a ottimizzare quanto offerto dal web, grazie a zoom e ad altre piattaforme. Così riusciamo a portare avanti le nostre attività politiche, sociali, culturali. Ne facciamo ormai quotidianamente e sono attinenti a vari ambiti sociali e culturali; cerchiamo di massimizzare le risorse con un coinvolgimento di ospiti dall’estero: abbiamo trattato temi politici come le elezioni americane e israeliane con scrittori, giornalisti e altri esperti, e portato avanti corsi culturali di musica, teatro e tanto altro”. La pandemia ha comportato la crisi di tante attività, dal commercio al turismo, dalla cultura agli spettacoli, fino alla ristorazione, solo per citare alcuni dei settori più colpiti. Questa situazione ha messo in moto la macchina della solidarietà degli ebrei francesi. “La comunità ebraica in Francia si è impegnata molto per aiutare le categorie più svantaggiate in questi mesi, a partire dagli anziani, soprattutto all’inizio della pandemia, portando la spesa e altri beni di prima necessità a domicilio o offrendo supporto psicologico. Le associazioni comunitarie si sono anche raggruppate per creare un fondo ad hoc per rispondere a tutti i bisogni del mondo ebraico francese”.

    C’è poi un ulteriore risvolto della pandemia, che non ha fermato l’antisemitismo, anzi, lo ha nutrito di nuove pseudo-argomentazioni, sviluppandosi soprattutto su internet e sui social network secondo un approccio trasversale a diversi Paesi. “La crescita dell’antisemitismo in questi mesi di pandemia non caratterizza solo la Francia, ma risponde all’ampia rete di internet. Questa recrudescenza di antisemitismo e di odio antiebraico e anti-israeliano si lega a una deriva complottista e cospirazionista, che fa ricadere la responsabilità della pandemia sugli ebrei o su Israele”.

    Le questioni aperte da questi lunghi mesi di Covid-19 sono dunque molteplici e le conseguenze sono destinate a perdurare nel tempo. Kalifat riesce comunque a intravedere la strada della ripresa. “La speranza principale viene dai vaccini. La vita potrà riprendere quasi normalmente quando la maggior parte della popolazione sarà vaccinata. Certamente, dopo la pandemia sanitaria, continueremo ad affrontare la crisi economica, che sta già schiacciando numerose imprese e provocando un’elevata disoccupazione. Per questo sarà importante il prosieguo dell’attività dell’associazionismo ebraico per ammortizzare queste conseguenze”.

    EUROPA

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    EUROPA

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    Atti vandalici nel cimitero ebraico in Grecia

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    ISRAELE

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