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    Sold out all’India per “Elena, la Matta di Piazza Giudia” con Paola Minaccioni

    Emozione crescente e commozione al Teatro India di
    Roma ieri per lo spettacolo “Elena, la matta di Piazza Giudia”, interpretato da
    Paola Minaccioni organizzato dalla Fondazione Museo della Shoah. La storia è
    quella di Elena Di Porto, una donna che non si faceva mettere i piedi in testa,
    un personaggio particolare che, per il suo carattere ribelle, finì a Santa
    Maria della Pietà e poi al confino in Basilicata. Il monologo, scritto dalla
    giornalista di Radio 24 Elisabetta Fiorito, ripercorre la vita di Elena, dal
    matrimonio a Portico d’Ottavia, alla separazione dal marito, ai guai con la
    legge. Rispetto alla prima versione andata in scena ad “Ebraica” nel giugno
    scorso, si è arricchito delle musiche originali di Valerio Guaraldi,
    interpretate dal vivo dallo stesso Guaraldi, da Giacomo Belli e Claudio Giusti.

    Ma tutto sta nell’interpretazione di Paola Minaccioni,
    che riesce a farci immergere nel personaggio di Elena, nelle sue
    contraddizioni, nel suo essere fieramente ebrea romana, nata nel Ghetto,
    ambulante, una donna forte con un innato senso di giustizia tanto da portarla
    all’estremo sacrificio. Una storia vera raccontata in un saggio di Gaetano
    Petraglia, ricercatore e archivista, ne “La matta di Piazza Giudia”, edito
    dalla Giuntina, che ripercorre attraverso documenti e testimonianze la vita di
    Elena.

    Una serata emozionante, come ha spiegato il presidente
    della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia anche per quanto sta
    succedendo in Israele. “Quando mi chiedono se c’è un parallelismo su quanto è
    accaduto in passato, io dico semplicemente che 80 anni fa non c’era stata la
    Shoah, oggi possiamo dire che la Shoah c’è stata: questa è una delle prime e
    più importanti differenze e credo che ne dobbiamo tenere conto”. Presente anche
    l’assessore alla Memoria della comunità ebraica di Roma Daniele Regard. “La
    comunità è stata scossa dagli eventi recenti, ma non dobbiamo smettere di
    ricordare, questa parte è troppo importante – sottolinea Regard – e sulla
    Shoah, una delle cose più importanti è chi fece una scelta: Elena fece la
    scelta di lottare, non ha mai smesso di lottare, ha creduto sempre nei propri
    principi”. Ad assistere allo spettacolo anche il rabbino capo di Roma, Riccardo
    Di Segni, e la scrittrice Lia Levi. 

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