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SPECIALE PESACH 5784

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    Dalla crisi alla salvezza: il Jewish National Fund USA salva una fabbrica di matzot

    “Molti non se ne rendono conto, ma i preparativi per Pesach in Israele iniziano subito dopo Sukkot. Ci si prepara a lungo per la stagione della matzà” racconta Yedidia Harush, proprietario di un panificio, specializzato in matzot nella città meridionale di Netivot. “Il primo anno è stato impegnativo per la nostra nuova attività. Ma il secondo anno è andato nettamente meglio. Abbiamo ricevuto ordini dagli Stati Uniti e dalla Russia. Poi però è scoppiata la guerra”.
    Due anni fa, Harush, 35 anni, sposato con quattro figli, residente nella regione di Netivot, al confine di Gaza, ha aperto una panetteria di matzot chiamata “Faith and Health”. “Volevo assicurarmi che ci fossero gustose opzioni di matzà” ha spiegato Harush, residente ora a Shlomit, Ashkelon.
    Il 7 ottobre, gli abitanti di Shlomit si sono recati in massa a difendere la comunità di Pri Gan. Quattro amici dell’uomo sono stati uccisi lì. Per cinque mesi, la famiglia Harush ha soggiornato in un albergo a Gerusalemme, e poco dopo Harush è stato chiamato dall’esercito come riservista.
    “Non sono entrato nella Striscia di Gaza, ma comunque non potevo occuparmi di nulla legato al mio lavoro o alla mia vita personale” ricorda Harush.
    Dopo un mese e mezzo, la panetteria ha ripreso l’attività, ma nel frattempo tutti gli ordini sono stati annullati. “Ho 50 dipendenti, residenti nel sud e nella regione al confine con Gaza, e non volevo mandarli assolutamente a casa. Anche quando ero a Khan Younis, dovevo pagare lo stipendio ai miei dipendenti” ha spiegato Harush. “Mia moglie mi ha contattato e mi ha detto che non potevamo pagare gli stipendi. Così ho preso un prestito, cercando di fare il possibile per garantire serenità a tutti”.
    Di recente Harush è tornato a casa, ma la chiusura della fabbrica per un mese e mezzo lo ha lasciato con una quantità significativa di scorte invendute, meno clienti per le prossime festività e molte perdite. “Ero impegnato a combattere, mi arrabbiavo per i conti, e mi preoccupavo per la mia famiglia e per la situazione nel paese – ha detto Harush – e, nel mentre, la maggior parte dei clienti decideva di rivolgersi ormai ad altri punti vendita per acquistare matzot”.
    Harush ha raccontato la storia della sua crisi finanziaria su varie piattaforme, spiegando tutto quello che la sua piccola impresa ha dovuto affrontare durante la guerra. Recentemente, il Jewish National Fund USA gli ha proposto una soluzione, decidendo di acquistare 5.500 pacchetti di matzà del valore di 35.000 dollari, che verranno distribuite ai cittadini sfollati dalle regioni di confine di Gaza e del Libano.
    Ora Harush è tornato nella sua panetteria e ha ripreso regolarmente la sua attività. “Il mio obiettivo principale quest’anno non è trarre profitto, ma ridurre al minimo i danni finanziari in modo da poter mantenere viva quest’attività”, ha spiegato ai media locali. “Le persone che acquistano la nostra matzà non solo acquisiscono un prodotto di qualità, ma fanno al contempo anche una buona azione: permettere ai lavoratori della panetteria di tornare a casa sapendo di avere un posto di lavoro sicuro”.

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