Skip to main content

SPECIALE PESACH 5784

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    Il negoziato
    Nella convulsa e confusa trattativa fra Israele e Hamas, condotta con molta insistenza da Stati Uniti, Egitto e Qatar, ieri sera c’è stata una serie di colpi di scena. Israele aveva dichiarato qualche giorno fa di accettare “un’offerta molto generosa” (così definita dal segretario di Stato Usa Blinken) che comprendeva la rinuncia per il momento a entrare nell’ultima roccaforte di Hamas Rafah, una tregua di 6 settimane, la liberazione di una trentina di rapiti in cambio del rilascio di un numero molto più alto di terroristi condannati e detenuti nelle carceri israeliane, il permesso di un rientro controllato di parte degli abitanti di Gaza Nord. È un accordo che ha suscitato parecchie critiche in Israele, proprio per il fatto di concedere moltissimo a Hamas. Nel pomeriggio di ieri sembrava che anche questa proposta fosse stata rifiutata come le precedenti da Hamas, che aveva annunciato il ritiro della sua delegazione dalla sede delle trattative al Cairo. Israele aveva minacciato di iniziare le operazioni a Rafah se Hamas non avesse accettato l’accordo entro una settimana e aveva iniziato a distribuire alla popolazione civile della città volantini e messaggi con le istruzioni per allontanarsene verso una zona al sicuro dei prossimi combattimenti.

    Il colpo di scena
    Poi è venuto il primo colpo di scena. Hamas ha annunciato con molto clamore di aver accettato la proposta di cessate il fuoco. Sembrava che si aprisse una prospettiva di liberazione per i rapiti. Però rapidamente è emerso che ciò che i terroristi accettavano non era la proposta di Israele, ma un’altra formulata dal Qatar (che copre il doppio e contraddittorio ruolo di mediatore ufficiale e di protettore di fatto dei terroristi) e dall’Egitto (che ha una posizione contraddittoria anch’esso, perché vorrebbe apparire come difensore degli abitanti di Gaza ma rifiuta in tutti i modi di accoglierli sul suo territorio che confina con la Striscia e in particolare con Rafah).

    L’obiettivo di Hamas
    Da quel che si sa, questa proposta accettata da Hamas differisce da quella cui Israele aveva consentito soprattutto in un punto ma fondamentale. Per i terroristi il cessate il fuoco è solo un passaggio verso la fine immediata della guerra, senza la conquista di Rafah, la distruzione delle loro forze militari ancora organizzate che vi hanno sede, senza la cattura o l’eliminazione dei capi che hanno condotto prima il pogrom del 7 ottobre e poi la guerra di questi mesi. In sostanza quel che vuole Hamas è restare al potere a Gaza ed espellerne l’esercito israeliano, il che naturalmente significherebbe evidentemente la sconfitta dello stato ebraico, perché sarebbe la premessa della ripetizione di stragi come quella di sette mesi fa. Tutti i sacrifici sostenuti da Israele, tutti i morti, tutto il costo economico e umano di questi mesi sarebbero vanificati. È chiaro che questa resa dello stato ebraico – l’obiettivo di Hamas – sarebbe una catastrofe storica per Israele e una vittoria altrettanto storica per il terrorismo e l’Iran che lo sostiene e lo dirige. Il rifiuto di Israele era ovvio ed è stato sottolineato dall’operazione militare per cui l’esercito ha colpito ieri notte numerosi obiettivi terroristici a Rafah ed ha anche preso il controllo del valico con l’Egitto, un passo importante che rassicura il paese vicino e sigilla l’enclave terrorista.

    Le ragioni della sceneggiata
    Perché dunque è avvenuta la sceneggiata di Hamas? Bisogna ricordare sempre che “la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi” (Clausewitz). Hamas è molto abile a fare politica contro Israele e sa che può vincere solo su questo piano, non su quello delle armi. Dalla sua ha chiaramente l’alleanza guidata dall’Iran, appoggiata sullo sfondo da Russia e Cina, ma anche l’orribile rigurgito antisemita che circola per l’estrema sinistra e le università occidentale. Ma può contare anche sulla pavidità europea e dell’amministrazione americana che per opportunismo di politica interna considerano importante una pace qualunque magari pessima ma veloce, rifiutando di accettare i sacrifici necessari per l’eliminazione di un terrorismo che non minaccia solo Israele ma anche tutto l’Occidente. Hamas specula anche sulle divisioni della società israeliana, sulla tentazione della sinistra di dare una spallata contro Netanyahu e sul legittimo desiderio delle famiglie dei prigionieri di fare qualunque cosa per liberarli, anche se la logica politica e militare chiede di privilegiare l’eliminazione di Hamas su compromessi che riprodurrebbero il rischio. L’annuncio era una delle molte mosse di Hamas per cercare di bloccare e sconfiggere Israele. La pressione sul governo israeliano oggi è enorme, e Hamas lo sa bene. Non a caso Netanyahu ha scelto l’altro ieri l’occasione solenne delle celebrazioni di Yom HaShoà per dichiarare che “il mondo deve sapere che se ci lascerà soli ad affrontare il terrorismo, lo faremo da soli”.

    ISRAELE

    La sceneggiata mediatica di Hamas sull'accordo con Israele

    Di Ugo Volli

    Il negoziato Nella convulsa e confusa trattativa fra Israele e Hamas, condotta con molta insistenza da Stati Uniti, Egitto e Qatar, ieri sera c’è stata una serie di colpi di scena. Israele aveva dichiarato qualche giorno fa di accettare “un’offerta molto generosa” (così definita dal segretario di Stato Usa Blinken) che comprendeva la rinuncia per il momento a entrare nell’ultima…

    Senza categoria

    Paul Auster e il cinema

    Di Nicola Roumeliotis

    Senza voler diventare apocalittici, possiamo affermare con serenità che con la scomparsa di Paul Auster finisce l’era della grande narrazione americana degli ultimi decenni. Dopo Philip Roth, tanti altri e adesso Paul Auster è rimasto, forse, solo Don De Lillo a portare avanti le fila di un periodo o meglio di una generazione irripetibile, la più grande dopo quella della…

    Cultura

    La Compagnia del teatro giudaico-romanesco di Giordana Sermoneta torna sul palco

    Di Luca Clementi

    La valorizzazione di un patrimonio prezioso e antico, ma anche la rivitalizzazione di un appuntamento divenuto storico per la Comunità romana. Dopo otto anni di stop, tornano gli spettacoli della Compagnia del teatro giudaico-romanesco di Giordana Sermoneta. “Sono emozionata - racconta a Shalom -. Allora ero circondata dalla garanzia di un incredibile affetto, spero che il pubblico si ricordi di…

    ROMA EBRAICA

    Le valigie della storia: il documentario di Marina Piperno presentato per Yom HaShoah

    Di Ruben Caivano

    In occasione di Yom HaShoah è stato presentato al Centro Ebraico Italiano- Pitigliani il film “Le valigie della storia”, ideato da Marina Piperno e diretto da Luigi Faccini. L’evento si è aperto con i saluti del presidente de Il Pitigliani Daniel Coen e l’intervento di Antonella Di Castro, vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma. “Oggi non è solo Yom Ha-Shoah,…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Yom Hashoah Ve Hagvurà: una giornata in cui ribadire il diritto alla difesa. L’intervento del Rabbino Capo Riccardo Di Segni

    Di Redazione

    “Esistono ormai molte date per ricordare la Shoah, ognuna di queste date ha una sua storia istitutiva, un determinato valore, e spesso risulta più divisiva che unificante. Questa difficoltà la si sente con particolare urgenza in questi mesi dopo il 7 ottobre - ha detto il Rabbino Capo Riccardo Di Segni, durante il suo discorso in sinagoga per la commemorazione…

    Mondo

    Antisemitismo in aumento in tutto il mondo, lo rivela il rapporto annuale dell’Anti-Defamation League

    Di Luca Spizzichino

    L’Annual Antisemitism Worldwide Report, pubblicato dall’Università di Tel Aviv e dall’Anti-Defamation League (ADL), rivela che il 2023 ha visto un aumento di decine di punti percentuali del numero di atti antisemiti nei Paesi occidentali rispetto al 2022. Secondo la ricerca, si è registrato aumento particolarmente marcato in seguito agli attentati del 7 ottobre, anche se già i primi nove mesi…

    ROMA EBRAICA

    Via dei Giubbonari 30, tra ricordi e speranze

    Di Michal Colafranceschi

    "Via dei Giubbonari, 30. Questo edificio non è come gli altri. Una casa può conservare i ricordi, custodirli. Una casa può essere testimone, contribuire alla memoria di una comunità, raccontare – anche col suo silenzio – le storie delle persone che l’hanno abitata”. Così ha aperto la commemorazione in onore di Yom HaShoah l’assessore ai rapporti istituzionali della Comunità Ebraica…

    NEWS

    Yom HaShoah, la memoria e l’accensione delle torce. Le storie di Pnina, Allegra e Izi

    Di Michelle Zarfati

    La memoria dei sei milioni di ebrei uccisi nei campi di sterminio ha la sua data simbolo per Israele e per tutto il popolo ebraico nella giornata di Yom HaShoah, che quest’anno cade dalla sera di domenica 5 maggio e nella giornata di lunedì 6. La cerimonia ufficiale di apertura per il Giorno della Memoria avrà luogo alle ore 20…

    Cultura

    Omaggio a Helena Kagan, una pioniera della pediatria con Gerusalemme e la pace nel cuore

    Di Claudia De Benedetti

    L’artista Yael Bogen ha realizzato una suggestiva rappresentazione di Helena Kagan, pioniera della medicina pediatrica nella Palestina ottomana, che è stata collocata nella Mosaic Gallery del Museo ANU del Popolo ebraico di Tel Aviv. La vita di Helena Kagan è avvincente e quanto mai attuale e significativa a oltre cent’anni dalla sua aliyah, in un contesto storico politico di guerra…

    ROMA EBRAICA

    La direttrice Milena Pavoncello va in pensione: 45 anni tra cambiamenti e sfide

    Di Ariela Piattelli

    Ha lavorato alla scuola ebraica per 45 anni, prima come insegnante poi come direttrice. Nessuno come lei conosce nei minimi dettagli la storia dell’istituto, che adesso compie un secolo. Perché Milena Pavoncello, che dirige la “Vittorio Polacco” e la “Angelo Sacerdoti”, la scuola ebraica l’ha frequentata da alunna, poi l’ha studiata e ci ha scritto anche la tesi di laurea.…