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    Continuano le proteste nelle università americane: scontri a Los Angeles

    Gruppi di manifestanti pro-palestinesi e pro-Israele si sono scontrati mercoledì notte all’Università della California, a Los Angeles. Dopo diversi giorni di tensione, in cui gli studenti ebrei sono stati vittime di atteggiamenti discriminatori e di scene violente, come nel caso di una manifestante pro-Hamas che ha picchiato un uomo minacciandolo di usare il taser, la situazione è degenerata.
    Un folto gruppo di manifestanti pro-Israele quindi, dopo giorni di silenzi da parte della Università della California di Los Angeles – UCLA, ha tentato di liberare l’accampamento, considerato illegale dalla stessa università. Muniti di bastoni, spray al peperoncino e fuochi d’artificio, il gruppo ha tentato di sfondare la barricata pro-palestinese. Dopo diverse ore di scontri è intervenuta la polizia, che ha disperso le due fazioni.
    La consigliera di Los Angeles Katy Yaroslavsky, il cui distretto comprende l’UCLA, ha pubblicato su X: “Ognuno ha diritto alla libertà di parola e di protestare, ma la situazione nel campus della UCLA è fuori controllo e non è più sicura”. Il sindaco di Los Angeles Karen Bass ha definito la violenza “assolutamente ripugnante e imperdonabile”. Il presidente della UCLA Gene Block ha affermato che le proteste dell’altra notte hanno visto la presenza di persone “non affiliate al nostro campus”.
    La Federazione ebraica di Los Angeles ha dichiarato in un comunicato di essere “sconcertata” dalla violenza, aggiungendo che “le azioni di alcuni contro-manifestanti non rappresentano la comunità ebraica” e crede in un discorso pacifico e civile. Tuttavia, ha attribuito la colpa degli scontri alla “mancanza di leadership da parte dell’amministrazione della UCLA”, che non è riuscita a reprimere gli “accampamenti illegali” e si è rifiutata di punire i membri del personale che violano il codice di condotta della scuola e che è “sistematicamente lenta nel rispondere quando le forze dell’ordine sono disperatamente necessarie”. La federazione ha esortato la direzione della scuola a “chiudere immediatamente l’accampamento e ristabilire la deterrenza”, oltre che a incontrare i leader della comunità ebraica e i funzionari eletti per elaborare piani per mantenere gli ebrei e altre persone al sicuro nel campus.

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