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SPECIALE PESACH 5784

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    Martedì 20 febbraio, Alexanderplatz, storico jazz club di Roma, ospiterà un quartetto formato da musicisti italiani e israeliani. Questi artisti, nell’ambito del famoso festival jazz di Sibiu in Romania, hanno dato vita a un progetto intitolato “The Mediterranean Mystery Tour”, progetto con lo scopo di trascendere ogni tipo di confine, barriera e pregiudizio e di imporsi come simbolo di pace e di coesione tra culture.
    A rigor del vero, il quartetto vuole far in modo che i sogni e le prospettive per il futuro non siano più offuscati dall’odio e influenzati negativamente dal passato. Il concerto si configura quindi come una finestra sempre aperta, mai completamente chiusa, volta a condividere, oltre che buona musica, luoghi, spazi e tempi senza incomprensioni per arrivare a costruire un progetto comune, quale la pace universale. La musica diventa mezzo di trasmissione di nuove idee e culture, luogo creativo nel quale il flauto di Mattan Klein si mescola con il vibrafono e il pianoforte di Luca Gusella, insieme al basso e alla batteria rispettivamente di Niccolò Faraci e Uria Mader.
    Con uno suono che sembra caratterizzato dalla mescolanza tra tradizione ed innovazione, i quattro amici e musicisti cercano di unirsi, oltrepassando le differenze, tramite la loro musica, la quale risulta essere un dono influenzato dalla cultura mediterranea, arrivando così a creare uno spazio immerso d’amore e di passione.

    Cultura

    The Mediterranean Mystery Tour: musica come dono d’amore

    Di Nicole Nahum

    Martedì 20 febbraio, Alexanderplatz, storico jazz club di Roma, ospiterà un quartetto formato da musicisti italiani e israeliani. Questi artisti, nell’ambito del famoso festival jazz di Sibiu in Romania, hanno dato vita a un progetto intitolato “The Mediterranean Mystery Tour”, progetto con lo scopo di trascendere ogni tipo di confine, barriera e pregiudizio e di imporsi come simbolo di pace…

    ISRAELE

    I parenti dei due ostaggi liberati raccontano del loro periodo di prigionia

    Di Luca Spizzichino

    I parenti di Fernando Marman e Louis Har, i due ostaggi liberati dall’esercito israeliano con una complessa operazione di salvataggio nel cuore di Rafah, a poche ore dal loro ritorno hanno descritto la forte emozione nel vedere i loro cari vivi dopo 128 giorni di prigionia nelle mani dei terroristi di Hamas. Questa liberazione ha rappresentato un’operazione dalla duplice importanza:…

    NEWS

    Svizzera: fornitore si rifiuta di noleggiare attrezzatura da neve agli ebrei

    Di Redazione

    “Non si affittano più slittini o altro materiale sportivo agli ebrei”. È quanto apparso su un cartello in ebraico, posto all’ingresso di un ristorante di montagna nella località sciistica di Pischa, vicino a Davos, in Svizzera. La notizia è stata riportata dai media locali e israeliani. L’ episodio risale all’11 febbraio scorso, quando un ebreo ortodosso di 21 anni insieme…

    ISRAELE

    Sono 232 i soldati caduti per la difesa di Israele dall’inizio dell’offensiva contro Hamas

    Di Michelle Zarfati

    Sale a 232 il bilancio dei soldati caduti dall’inizio dei combattimenti tra Israele e Hamas. Dal terribile massacro del 7 ottobre, molti combattenti hanno sacrificato la loro vita per difendere lo Stato ebraico. Questa mattina, l’IDF ha comunicato la morte di altri tre soldati, uccisi da un ordigno esplosivo piazzato in un edificio a Khan Younis. Tra questi vi era…

    ISRAELE

    Che cosa insegna la liberazione dei due rapiti a Rafah

    Di Ugo Volli

    Chi sono i liberati L’azione coraggiosa e ben organizzata che ha portato alla liberazione dei due rapiti il 7 ottobre riempie di orgoglio e dà soddisfazione in un momento molto difficile per Israele. Ma soprattutto insegna alcune cose che vanno contro la propaganda di Hamas e di coloro che vorrebbero fermare l’autodifesa di Israele. Vale la pena di mettere in…

    ISRAELE

    Un giornalista di Al Jazeera è in realtà un comandante di Hamas: la scoperta dell’IDF

    Di Luca Spizzichino

    L’esercito israeliano ha rivelato che un giornalista di Al Jazeera, Mohamed Washah, è anche un comandante dell'ala militare di Hamas. Durante la perquisizione di una base di Hamas nel nord di Gaza, diverse settimane fa, l’IDF ha scoperto un computer portatile appartenente a un giornalista di Gaza. Il tenente colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba dell'IDF, in un post…

    NEWS

    Marco Pavoncello compie 100 anni: un secolo di amore per la sua comunità

    Di Michelle Zarfati

    Oggi compie cento anni Marco Pavoncello, un secolo di vita all’inizio come tante altre, che poi passa per il baratro delle leggi razziali, per vedere dopo la rinascita e il riscatto: un paradigma comune a molti ebrei italiani, che come Marco hanno imparato tanto dalla grande Storia per consegnare una lezione importante a figli e nipoti. “Nonno Marco ci ha…

    ISRAELE

    Liberati due ostaggi a Rafah

    Di Redazione

    Fernando Simon Marman (60 anni) e Louis Har (70 anni) sono stati liberati a Rafah nel corso di un’operazione notturna dall’IDF, dallo Shin Bet e dalle forze di polizia. I due uomini, rapiti il 7 ottobre nel kibbutz Nir Ytzhak, sono stati trovati in buone condizioni, secondo quanto si apprende dai media israeliani e sono stati portati in ospedale dove…

    ITALIA

    Sanremo 2024. Le reazioni del mondo ebraico: “Vergognoso diffondere odio sul palco. Triste non ricordare gli ostaggi israeliani”

    Di Redazione

    "Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c'erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi", lo…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Il pacifismo da Ariston – Sanremo 2024, tra paillettes, qualunquismo e appelli dei “quaquaraquà”

    Di Rav Pierpaolo Pinhas Punturello

    Cosa succede quando sul palco del festival della canzone italiana si mischiano fiori, paillettes, leggerezza artistica e qualunquismo pacifista? Il risultato è la noia. Ma non quella bella canzone sanremese che ha vinto, bensì la noia intellettuale di un palco senza fiori usato come palcoscenico di faziosità ideologica, superficialità ed un pizzico di pregiudizio da salotto piccolo borghese. Se Sanremo…