Skip to main content

SPECIALE PESACH 5784

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    Due soldati dell’IDF trovano una lampada a olio di 1.500 anni

    Era capovolta e ricoperta di fango la piccola lampada a olio risalente a 1.500 anni fa, trovata da due soldati delle Forze di difesa israeliane – IDF in un’area di sosta militare nel sud d’Israele, vicino al confine con Gaza. Il reperto, di epoca bizantina, è in ottimo stato di conservazione: “Durante una perlustrazione sul campo, mi sono imbattuto in una ceramica e sono stato colpito dalla sua forma rotonda”, ha detto Nathaniel Melchior, uno dei due riservisti del 404° battaglione della 282a brigata di artiglieria, che ha fatto la scoperta.

    Dopo aver pulito l’oggetto, l’altro soldato, Alon Segev, ha caricato una foto sui social, suscitando grande interesse. Comprendendo la rarità del manufatto, i soldati si sono rivolti agli esperti dell’Autorità israeliana per le Antichità (IAA), che hanno poi ringraziato i due giovani con un attestato di gratitudine.

    “Piccole lampade in ceramica di questo tipo, chiamate anche ‘lucerne a sandalo’, venivano riempite di olio ed erano utilizzate nella regione per l’illuminazione interna fin dai tempi antichi” ha detto Sarah Tal, archeologa dell’IAA, responsabile dell’area del Negev occidentale. 

    “La guerra spesso ci espone a situazioni straordinarie, anche sul fronte archeologico. La terra di Israele, in particolare la regione circostante, custodisce una storia ricca e antichi tesori – ha affermato il direttore dell’IAA, Eli Escusido – Anche nei periodi di guerra, l’Autorità collabora con le Forze di difesa per preservare i reperti storici e archeologici. La lampada bizantina ritrovata rappresenta quindi non solo un pezzo di storia, ma anche la resilienza della cultura e della memoria in mezzo alle sfide”.

    CONDIVIDI SU: