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    Sami Michael, lo scrittore e attivista per i diritti civili, i cui romanzi hanno esplorato le varie identità dello Stato d’Israele, si è spento lunedì all’età di 97 anni.

    I libri di Michael sono stati tradotti in numerose lingue e hanno vinto dozzine di premi letterari in Israele e in tutto il mondo, tra cui il Premio del Primo Ministro per le opere letterarie ebraiche nel 1981 e il Premio Agnon nel 2018. Nel 2002, Michael è stato insignito di una chiave della città di Haifa e, nel corso della sua carriera, lo scrittore ha ricevuto dottorati onorari da quattro importanti università israeliane.

    Michael ha dedicato buona parte delle sue opere alle disuguaglianze ed è stato celebrato non solo per la sua produzione letteraria, ma anche per il suo attivismo sociale e per il suo lavoro a favore dei diritti umani e della convivenza in Israele. È stato anche candidato per la Knesset nel 1992 e nel 1996, nella lista Meretz. Nato Kamal Salah a Baghdad nel 1926, a 15 anni, durante i suoi studi di scuola superiore – e in seguito all’ascesa del regime filo-nazista in Iraq e al pogrom del 1941 a Baghdad noto anche come Farhud – Michael si unì al Partito Comunista Iracheno.

    Nel 1948, portando ancora il suo nome di nascita, fu emesso un mandato per il suo arresto. Suo padre lo aiutò quindi a scappare attraverso il confine con l’Iran, dove fu costretto a cambiare il suo nome.

    Nel 1949, in parte per paura che il governo iraniano lo consegnasse alle autorità irachene, Michael si rivolse all’Agenzia ebraica ed emigrò in Israele, nonostante un’offerta del Partito Comunista di reinsediarlo in Unione Sovietica.

    Michael si stabilì prima a Giaffa, e poi si trasferì ad Haifa, in seguito a un’offerta di unirsi al comitato editoriale di al-Ittihad, l’unico giornale arabo pubblicato sotto il governatorato militare israeliano (1948-1966).

    Nel 1974, Michael pubblicò il suo primo romanzo, All Men are Equal – But Some Are More (in ebraico: Shavim v’Shavim Yoter). Un testo che narra della vita degli immigrati provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa. Un racconto potente dei campi di transito in Israele negli anni ’50.

    Nel 1975, Michael pubblicò il suo primo libro per bambini, A Storm Between the Palms, un testo sulle avventure e l’eroismo dei ragazzi e delle ragazze ebrei in Iraq durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1977, Michael pubblicò il suo secondo romanzo, Hasut, che ruota attorno a un gruppo di lavoratori ebrei e arabi di sinistra durante la guerra dello Yom Kippur.

    Negli anni 1981-1987, tradusse la Trilogia del Cairo, una serie di tre romanzi storici, che furono scritti tra il 1957 e il 1956 in Egitto dallo scrittore e intellettuale egiziano Nagib Mahfouz. Successivamente A Haifa, l’uomo si stabilì nel quartiere di Wadi Nisnas, che in seguito divenne il soggetto del suo romanzo del 1987 Trumpet in the Wadi (che poi divenne un’opera teatrale poi un film)Lì, Michael scrisse articoli e storie per al-Ittihad e al-Jadid, con lo pseudonimo di Samir Mard.

    Nel 2001 è stato eletto presidente dell’Associazione per i diritti civili in Israele, posizione che ha ricoperto fino al 2023.

    La morte di Michael ha suscitato parole di lode da parte di tutta la società israeliana, e in particolare dei leader della sinistra politica. Il presidente Isaac Herzog ha ricordato lo scrittore come “un gigante tra giganti” che “ha reso la nostra libreria ricca e spettacolare”.

    Zehava Galon, il leader di Meretz, ha scritto che Michael “era un attivista politico e uno scrittore meraviglioso”. Yair Lapid ha parlato di Michael come “un guerriero per la pace”.

    Con 11 romanzi – di cui tre pubblicati in Italia, tutti da Giuntina: Una tromba nello uadi Victoria e Rifugio – 3 saggi incentrati su aspetti culturali e politici della storia di Israele e 3 opere teatrali Sami Michael lascia un patrimonio culturale immenso, imponendosi, ancora una volta, come una voce tra le più importanti dello Stato Ebraico.

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