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    Oggi compie cento anni Marco Pavoncello, un secolo di vita all’inizio come tante altre, che poi passa per il baratro delle leggi razziali, per vedere dopo la rinascita e il riscatto: un paradigma comune a molti ebrei italiani, che come Marco hanno imparato tanto dalla grande Storia per consegnare una lezione importante a figli e nipoti. “Nonno Marco ci ha trasmesso, attraverso i suoi insegnamenti, i valori fondamentali che tutt’oggi sono per noi un grande esempio di tenacia, coraggio e determinazione – racconta la nipote Marta a Shalom -. Oggi festeggiamo i suoi 100 anni con grande commozione, assieme ai figli, ai nipoti e all’inseparabile sua compagna di vita, nonna Fatina”.

    Nato il 12 febbraio 1924, Marco è il primo di 7 figli. Una vita tranquilla nel cuore di via della Reginella, nel quartiere ebraico di Roma. Tuttavia, nel 1938, con la promulgazione delle leggi razziali iniziano per la sua famiglia, come per tutti gli ebrei italiani, le discriminazioni e la sua vita di colpo cambia. Dopo l’8 settembre del 1943, nella Roma occupata, il padre di Marco ha un’intuizione che salva la vita alla sua famiglia: lasciare Roma per rifugiarsi a Sutri, un piccolo paese in provincia di Viterbo. La famiglia Pavoncello riesce così ad evitare la retata degli ebrei di Roma iniziata il 16 ottobre 1943, partendo un mese prima. Marco rimane nascosto assieme ai suoi cari per 11 mesi a Sutri, sopravvivendo grazie alla bontà e alla generosità non solo della famiglia che li nasconde, ma di tutto il paese che sa ma rimane in silenzio. “La famiglia che salvò i Pavoncello, ricevette poi il riconoscimento di Giusti tra le Nazioni” aggiunge la nipote. Tuttavia, quegli 11 mesi trascorsi a Sutri sono rimasti per sempre nella memoria di Marco, che poi è riuscito a tornare nella sua amata Roma dopo la liberazione da parte degli alleati.

    Una vita piena, vissuta in nome dell’amore per la sua famiglia sempre accanto a sua moglie Fatina. “Sono tanti gli insegnamenti di nostro nonno, lezioni di vita a cui nessuno di noi rinuncerebbe mai. Come l’amore e l’attaccamento alla famiglia. Ogni venerdì lo passiamo ancora oggi a casa dei nostri nonni, con l’immancabile confusione dei pro nipoti.  Un amore profuso anche per Israele e per la Comunità Ebraica di Roma” racconta Marta.
    Presenza instancabile del Tempio spagnolo di Roma, viaggiatore appassionato, Marco è conosciuto da tutti come  “zio Marcuccio”. A festeggiare i suoi 100 anni ricchi di emozioni tutta la famiglia si riunisce in un grande abbraccio: “Nonno Marco ci ha sempre insegnato che nella vita nessuno ti regala niente, “bisogna faticare per raggiungere i propri obiettivi, solo così riuscirai a realizzarti nella vita” è una delle sue lezioni. – conclude Marta – Noi lo ringraziamo per aver tenuto unita la nostra famiglia come un vero capofamiglia sa fare. Oggi siamo qui caro nonno Marco, insieme ai tuoi figli, Dora, Leandro e Gloria, ai tuoi nipoti, Federica, Flaminia, Marco e la sottoscritta, ai pronipoti, per dirti auguri e grazie per tutto l’amore e gli insegnamenti che ogni giorno ci trasmetti”.

    NEWS

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    ISRAELE

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    ITALIA

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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

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    NEWS

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    Di Redazione

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    ROMA EBRAICA

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