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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Nassò: Il giusto mezzo, ma non sempre

    Di Donato Grosser

    R. Hershel Schachter (Scranton, 1941) in Insights and Attitudes (p. 180) fa notare che il trattato di Sotà, dove si parla della moglie sospettata di aver tradito il marito (chiamata appunto sotà, ovvero traviata), segue il trattato di Nazìr, che tratta di chi fa voto di diventare nazireo e di non bere vino né di tagliarsi i capelli per un…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Bemidbàr: Dove sono i kohanìm nel censimento?

    Di Donato Grosser

    In questa parashà viene raccontato come venne fatto il censimento dei figli d’Israele. Prima vennero censite le tribù nell’ordine con cui avrebbero marciato verso la Terra Promessa. Per primo l’accampamento della tribù di Reuven con le tribù di Shim’on e Gad; poi le tribù di Yehudà, Issakhar e Zevulun; il terzo guppo con le tribù di Efraim, Menashè e Binyamin;…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Ruth madre regale

    Di Ester Pavoncello

    C'era una volta una donna moabita, che aveva un passato pieno di dubbi e un futuro pervaso di luce messianica. Questa è la presentazione che fa della profetessa Ruth, Elie Wiesel. Ruth, madre della stirpe reale. A Shavuot, il tempo in cui fu data la Torà ai piedi del Sinai, secondo la fonte riportata nel Trattato di Soferim (14,18) è…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Bechukkotày: Consolazione dopo le disgrazie

    Di Donato Grosser

    Questa parashà inizia con una serie di benedizioni che arriveranno al popolo d’Israele se osserveranno le mitzvòt comandate dall’Eterno. Segue tutta una serie di disgrazie che potranno arrivare a loro se, al contrario, non osserveranno le mitzvòt. Alla fine della parashà dopo l’elenco delle disgrazie, la Torà conclude la sezione con parole di consolazione: “E, nonostante tutto questo, quando saranno…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    La via del cuore buono

    Di Ester Pavoncello

    Ci troviamo nel mese di iiar, derivazione della parola or, luce, cioè continuazione della luce, non solo solare ma spirituale. Nel libro dei Re è definito il mese dello splendore (ziv). Il Maharal considerando le sue lettere, alef, iud, iud, resh, rileva le iniziali dei tre partiarchi, Avram, Ytzchak, Yacov e la matriarca Rachel, una delle fondatrici della casa d'Israele.…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Behàr Sinài: L’obbligo di aiutare i nostri fratelli in ogni situazione

    Di Donato Grosser

    Quando il popolo d’Israele entrò nella terra di Canaan, dopo sette anni di conquista Yehoshu’a impiegò altri sette anni per dividere il territorio tra le tribù e in ogni tribù alle rispettive famiglie. Ne risultò un popolo di liberi possidenti agrari, ognuno con il suo podere. Non vi erano poveri perché tutti avevano una loro proprietà. Con tutto ciò le…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    L’importanza del calendario ebraico

    Di Ester Pavoncello

    Rav Sacks si esprime in merito a uno dei problemi dell'essere umano: la gestione del tempo. Il tempo che abbiamo a disposizione è limitato dalle nostre occupazioni quotidiane. Quello che resta, dopo le necessità primarie, il lavoro, è poco. Nonostante sia aumentata nella nostra epoca, l'aspettativa di vita, la vita è un passaggio breve. Dobbiamo preoccuparci di come utilizziamo il…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Emòr: Due differenze tra sabato e le feste

    Di Donato Grosser

    Nel mezzo della parashà di Emòr è scritto che l’Eterno disse a Moshè: “Parla ai figli d’Israele e dirai loro le ricorrenze (Mo’adè) dell’Eterno che proclamerete come sacre convocazioni. Queste sono le Mie ricorrenze. Sei giorni si potrà fare lavoro ma nel settimo giorno vi sarà una completa cessazione (Shabbàt Shabbatòn), un giorno di sacra convocazione nel quale non farete…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    La distanza da usi e costumi altrui

    Di Ester Pavoncello

    Si dice che non ci sia stata una generazione più ricca di Torah, di sapienza e di buone azioni, come quella di Rabbi Akiva. Il Talmud riporta in Yevamot 62a che le dodicimila coppie di suoi alunni morirono tutti nello stesso periodo, tra Pesach e Shavuot, perché nonostante le conoscenze e le buone azioni, non riuscivano a trattarsi con rispetto. Per questo motivo…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Kedoshìm: “Non c’è modo più disonesto di trattare il prossimo”

    Di Donato Grosser

    Normalmente l’insegnamento della Torà funzionava così: Moshè riceveva la profezia dall’Eterno e poi l’insegnava ad Aharon; Aharon agli anziani e gli anziani al popolo. Nel suo primo commento a questa parashà Rashì (Troyes, 1040-1105) spiega che Moshè insegnò questa parashà direttamente a tutta l’assemblea del popolo perché comprende la maggior parte degli argomenti essenziali della Torà. Il commento di Rashì…